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Il Comune di Rosignano è sempre stato particolarmente attento e sensibile sul tema dei diritti, anche nei confronti della pena di morte, pratica che per la prima volta al mondo è stata vietata proprio in Toscana, ma che in molte parti del mondo viene ancora eseguita. Fu infatti il Granduca Pietro Leopoldo, con un’apposita modifica del codice penale toscano, ad abolire per primo la pena di morte e la pratica della tortura il 30 novembre 1786. Per questo motivo l’Amministrazione, in vista del 30 Novembre, giorno della Festa della Toscana, sta organizzando una Maratona Oratoria per sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza dell’abolizione della pena di morte e per rafforzare il senso di condivisione rispetto a un argomento trasversale, anche in seguito all’adesione da parte del Comune di Rosignano alla Rete delle Città contro la pena di morte promossa dalla Comunità di Sant’Egidio. Per sostenere questo principio, tenuto presente il delicato momento e l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, l’Amministrazione lancerà simbolicamente sui social l’hashtag #illuminiamoidiritti che accompagnerà la Maratona Oratoria del 30 Novembre. Per celebrare la Festa della Toscana, le cittadine e i cittadini di Rosignano potranno condividere sui social network la propria contrarietà alla pena di morte tramite un pensiero personale, un video, un disegno, un’espressione artistica o una citazione da accompagnare con l’hashtag #illuminiamoidiritti, in modo da decorare il web con tanti messaggi a sostegno dei diritti umani.
“Le statistiche – dice l’Assessore alle Pari Opportunità Beniamino Franceschini – ci mostrano che il fronte dei favorevoli alla pena di morte sta aumentando anno dopo anno, lentamente, ma costantemente. Dobbiamo tornare a sollevare l’attenzione su un tema riguardo al quale la nostra Costituzione e la storia della Toscana sono molto chiare, in particolare oggi, dato che la circolazione senza barriere delle informazioni ci porta a conoscenza anche di esecuzioni capitali informali ed extragiudiziali. L’invito alla nostra cittadinanza, quindi, è ribadire l’attenzione che Rosignano ha sempre mostrato per i diritti umani, confermando la convinzione che il rifiuto della pena di morte sia un segno di progresso civile e morale”.