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Michela Occhipinti e Simona Coppini, con il film Il corpo della sposa Flesh out, sono le vincitrici della VIII edizione del Premio Suso Cecchi d’Amico per la sceneggiatura. La cerimonia di premiazione è in programma lunedì 22 luglio, alle 21,30 al cinema Arena La Pineta in pineta Marradi a Castiglioncello, dove sarà proiettato il film.
Il Premio vuole rendere omaggio alla figura e al lavoro di Suso, signora del cinema italiano, che ha avuto un legame speciale con Castiglioncello, da Lei eletto a luogo di vacanza e di lavoro.
Il Premio, organizzato e promosso dal Comune di Rosignano Marittimo con il Centro Studi Commedia all’Italiana, in collaborazione con l’Associazione Armunia, Decima Musa e Fondazione Sistema Toscana, è assegnato all’autrice o all’autore della sceneggiatura originale di un film italiano prodotto dal 15 maggio 2018 al 15 maggio 2019, al centro del quale abbia particolare rilievo una figura femminile.
Il rituale del gavage, l'ingrasso a tappe forzate a cui sono sottoposte in Mauritania le future spose per raggiungere una bellezza ideale, è al centro del film Il corpo della sposa Flesh Out, diretto da Michela Occhipinti e scritto insieme alla sceneggiatrice Simona Coppini.
La Giuria della VIII edizione del Premio Suso cecchi D’Amico, composta da Oreste De Fornari, Massimo Ghirlanda, Stefania Ippoliti, Alessandra Levantesi, Susanna Nicchiarelli (vincitrice della VII edizione) e Ugo Chiti (Presidente), ha scelto la sceneggiatura di Occhipinti e Coppini che racconta una Mauritania praticamente inedita al cinema, narrata nella sua complessità, sospesa tra tradizioni ataviche e modernità crescente. Dove si parla di identità (femminile) attraverso il corpo e il rifiuto di modelli imposti.
"Qualche tempo fa, guardandomi allo specchio - racconta la regista - ho iniziato a vedere le prime rughe. Stavo invecchiando e non c'era molto da fare se non accettarlo con saggezza e grazia. Ma dal quel momento ho iniziato a osservare le donne attorno a me, rendendomi conto che molte sono ossessionate da modelli di bellezza folli, arrivando a dimagrire troppo o gonfiare i propri lineamenti".
Per mettere in discussione tutto questo, la cinquantenne Occhipinti, nata a Roma e vissuta tra il Marocco e Hong Kong, il Congo e la Svizzera, documentarista (tra i suoi lavori Lettere dal deserto Elogio della lentezza del 2010), ha scelto una storia africana. Quella della giovane Verida (l'esordiente Verida Beitta Ahmed Deiche) che, in vista del matrimonio combinato dai suoi genitori, viene costretta al gavage per raggiungere un peso intorno ai cento chili, simbolo di ricchezza e benessere, ma anche di uniformità ai voleri della famiglia dello sposo, che offre una ricca dote e avanza le sue pretese. Dieci pasti al giorno, sveglie notturne per bere enormi tazze di latte, il rituale della bilancia - portata in casa dal coetaneo Sidi - che non segna mai abbastanza. Verida, ragazza moderna che lavora in un salone di bellezza, frequenta le amiche e i social network, ci porta all'interno di un mondo fatto di pericolose pillole per ingrassare a tutti i costi e wengala ovvero festini a base di cibo e danze sfrenate, ma anche creme sbiancanti per chi ha la pelle più scura e il sogno di studiare all'estero o i divorzi multipli. Flesh Out è un film di donne in una società dove vige il patriarcato fuori e il matriarcato in casa, dove è la donna che decide su certe cose.
Il Premio Suso Cecchi d’Amico è realizzato dallo scultore orafo Mimmo di Cesare.
La proiezione è a ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.
In caso di maltempo la cerimonia e la proiezione si svolgeranno presso il Cinema Teatro Solvay.