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Copertina Le vacanze dell'Arte Copertina Le vacanze dell'Arte

Luca Scarlini, saggista e drammaturgo toscano, scrive un nuovo capitolo della storia culturale di Castiglioncello nel periodo tra le due guerre. Il suo ultimo volume Le vacanze dell’arte: il teatro a Castiglioncello dal 1918 al 1942, in uscita per i tipi di Pacini Editore,  tratteggia i particolari di una scena sorprendente e ricca, che finora non è mai stata studiata approfonditamente, con molti nomi del teatro e della musica, che, dopo gli allestimenti estivi a Castiglioncello, calcavano le più importanti scene italiane del tempo. Basandosi su materiali inediti o poco noti, Scarlini delinea un luogo di villeggiatura, fortemente segnato da una comunità di teatranti e musicisti, prima che

arrivasse la stagione più nota del cinema.

Castiglioncello infatti ha legato la propria memoria alle vicende dei Macchiaioli alla fine  dell’Ottocento, e poi alle seduzioni di Cinecittà negli anni Sessanta del Novecento. Per motivi storici e politici, per legami e connessioni  è mancata invece una mappatura della notevole stagione di teatro e musica che si è tenuta tra ville e spiagge, senza dimenticare  l’importante spazio nella pineta, dopo la Prima Guerra Mondiale, fino allo scoppio della Seconda. 

In questo periodo ebbe un grande rilievo l’arrivo della famiglia D’Amico, anticipato a inizio secolo dalla moglie di Silvio, Elsa Minù, il cui padre, avvocato, aveva la passione degli alberghi sul mare, e fu tra i primi entusiasti sostenitori dell’Hotel Miramare. Qui Romolo Monti teneva una collezione di artisti innovativi per l’epoca, tra i quali Medardo Rosso. A Castiglioncello giunsero vari protagonisti del mondo teatrale e musicale degli anni seguenti. La villeggiatura serviva perfettamente a provare spettacoli che poi sarebbero diventati produzioni professionali, spesso di largo successo, come accadde alla “Isola disabitata” di Pietro Metastasio, di cui firmava le incantevoli musiche un giovane Nino Rota. A Castiglioncello c’erano musicisti del calibro di Alfredo Casella e Mario Castelnuovo Tedesco, Bice Valori faceva le sue prime prove di comica geniale; con lei comparivano Sergio Tofano, Corrado Pavolini, con la moglie Marcella Hannau, promotori di tutta una serie di produzioni a cui partecipavano figure che poi avranno un peso notevole nelle vicende dello spettacolo italiano, come Luigi Cimara e Luigi Filippo D’Amico. Ulteriore attenzione catalizzava la presenza, dagli anni Trenta, di Luigi Pirandello, che a Castiglioncello scrisse “Quando si è qualcuno”, e ordì letture e rappresentazioni delle sue opere, spesso in collaborazione di Massimo Bontempelli e della sua rivoluzionaria compagna Paola Masino, invisa al regime fascista, per le sue opere crude, come il maligno romanzo “Nascita e morte di una massaia”. Spesso le produzioni più fortunate di queste stagioni si trasferivano al Teatro Solvay, ricostruito da Nello Baroni, architetto del gruppo della stazione di Santa Maria Novella a Firenze. A Castiglioncello faceva anche le prime prove in scena don Lorenzo Milani, sempre assai critico rispetto all’ambiente borghese in cui aveva trascorso l’infanzia, ma che pure metterà a frutto tecniche imparate nelle lunghe estati in pineta nelle sue esperienze sceniche a Barbiana. Un mondo vitalissimo, legato all’èlite del tempo del fascismo, che poi è stato rimosso e su cui non esiste una bibliografia, né ricerche compiute. Recentemente il Gabinetto Vieusseux ha pubblicato il catalogo dell’archivio di Corrado Pavolini, che dopo la guerra, e non pochi problemi legati a suo fratello Alessandro, si trasferì a Cortona.

“Il libro viene a colmare la conoscenza di un periodo di storia cruciale per Castiglioncello – afferma il sindaco Alessandro Franchi - in quegli anni si mettevano a frutto gli investimenti della stagione precedente e più nota, e veniva sancita la nascita di una località turistica connotata da frequentazioni culturali, come poi è comunemente conosciuta. Castiglioncello era il buen retiro per vacanza e villeggiatura di intellettuali: qui potevano incontrarsi e sperimentare idee inedite, che contribuivano ad alimentare la scena culturale nazionale. Scarlini ha riannodato i fili di una serie di rapporti e creazioni avvenute sul territorio, affrontando la nascita di una cultura teatrale e musicale che avrà un boom dei decenni successivi”. 

Luca Scarlini spazia dalla saggistica alla drammaturgia allo storytelling in scena. A Castiglioncello ha allestito diversi spettacoli, anche sulla storia della cultura locale, come ospite nei programmi di Armunia e in particolare nel festival “Inequilibrio”, di cui è un ospite molto apprezzato. Insegna allo IED di Milano e al Master di Ca’ Foscari di Venezia; collabora con Radio3 e con numerosi teatri e festival in Italia e all’estero. Ha scritto in molti contesti delle relazioni tra musica e società, intervenendo nei programmi di sala di vari teatri europei, curando anche rubriche per il Teatro Regio di Torino. I suoi testi sono tradotti in numerose lingue. Tra i suoi volumi si segnalano: La musa inquietante (Cortina) Equivoci e miraggi (Rizzoli), D’Annunzio a Little Italy (Donzelli), Lustrini per il regno dei cieli (Bollati Boringhieri), Sacre sfilate (Guanda), Un paese in ginocchio (Guanda), Caravaggio rubato (Sellerio), Bianco tenebra (Sellerio), L’ultima regina di Firenze (Bompiani), Cose turche (Jaca Book).

Pubblicato il 27-03-2019
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