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Per l'otto marzo il Sindaco Alessandro Franchi ha scritto una lettera alle dipendenti comunali, le assessore, consigliere e componenti della CPO, ma idealmente rivolta a tutte le donne.

"Dal 1977 la Giornata internazionale della donna è l’occasione per ricordare le conquiste sociali, economiche e politiche raggiunte, e per riflettere e combattere le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono ancora vittime in larga parte del mondo. In paesi lontani, come nell’appartamento accanto, molte donne subiscono soprusi di natura fisica e psicologica e vedono negati i propri diritti. Il femminicidio, vera emergenza sociale, purtroppo si è abbattuto duramente anche sulla nostra Comunità, che nutriva l’ingenua speranza di restare indenne da tanto dolore.

Il dramma della violenza scuote le nostre coscienze e catalizza l’attenzione, ma è fondamentale affrontare in parallelo anche il problema degli stereotipi culturali. Parole e piccoli gesti che sembrano innocui ma sono retaggio della cultura maschilista, che tende a relegare la donna in una posizione di subalternità; modi di fare e mentalità che resistono al tempo, sopravvivono ai cambiamenti epocali ed acquistano nuove forme, mettendo in discussione conquiste e traguardi che sembravano ormai consolidati.

Ne è un esempio il disegno di legge 735, meglio conosciuto come “ddl Pillon”, attualmente in discussione in Parlamento che, in nome di falsi principi egualitari, mette in discussione le conquiste ottenute con fatica negli ultimi decenni, nell’ambito del diritto e della giurisprudenza sulla famiglia e sulla violenza domestica. Infatti il ddl, qualora approvato, renderebbe più complicato e oneroso il divorzio, introducendo la figura del mediatore familiare privato: proponendo soluzioni standard, il ddl “dimentica” i casi in cui le separazioni sono dovute a violenza domestica, costringendo la vittima a negoziare con il proprio aggressore. Il ddl pretende un’equiparazione astratta tra genitori e ignora le reali condizioni di squilibrio di genere esistenti. La bi-genitorialità sostenuta da Pillon si trasforma nei fatti in un principio a vantaggio dell’adulto economicamente più forte, perché non tiene conto del gap salariale e occupazionale o del fatto che molte donne lasciano o perdono il lavoro dopo la maternità. Infatti, i dati Istat del dicembre 2018 segnalano un tasso di occupazione femminile del 49,7% contro il 68% degli uomini. A questo proposito, le relatrici speciali delle Nazioni Unite sulla violenza e la discriminazione contro le donne, Dubravka Šimonović e Ivana Radačić, lo scorso 22 ottobre hanno scritto una lettera al governo italiano, sostenendo che le modifiche introdotte dal ddl porterebbero a «una grave regressione che alimenterebbe la disuguaglianza di genere», non tutelando le donne e i bambini che subiscono violenza in famiglia.

Dunque, se anche tra chi deve legiferare ci sono posizioni così retrograde, vuol dire che abbiamo ancora molta strada da fare per affermare la cultura della parità di genere e rimuovere i molti ostacoli che si frappongono al rispetto delle diversità. Si tratta di un cammino lungo e difficile che uomini e donne devono fare insieme e che riguarda tutti gli ambiti della vita, a partire dalla famiglia e dall’istruzione.

A tutte le donne che lottano per affermare la propria e la nostra dignità, buon 8 marzo!"



Pubblicato il 08-03-2019
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