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“Il sindaco del Rione Sanità”, capolavoro di Eduardo De Filippo, è in scena al Teatro Solvay mercoledì 28 febbraio alle ore 21,15 per la regia di Mario Martone. Il celebre regista teatrale e cinematografico si misura per la prima volta con il testo edoardiano calandolo fortemente nella realtà dei nostri giorni.

Gli interpreti infatti sono giovani che evocano le nuove generazioni delle criminalità napoletana. Nei panni di Antonio Barracano – il sindaco – troviamo il trentottenne Francesco Di Leva e altri protagonisti del Napoli Est Teatro - NEST, la compagnia nata ad opera di un gruppo di giovani attori, registi, scenografi e drammaturghi nel quartiere napoletano a rischio di san Giovanni a Teduccio, che da oltre un decennio agisce sul territorio a favore di categorie socialmente deboli come bambini e giovani, con un forte potenziale di cambiamento e creatività. Il progetto della prima regia eduardiana di Martone nasce infatti dalla collaborazione tra il Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale, la compagnia di Luca De Filippo Elledieffe (oggi diretta da Carolina Rosi), il cui lavoro prosegue nella ricerca sul sociale e sul contemporaneo, e nell'attenzione per i ragazzi a rischio, e il NEST di Napoli. Martone incarna il testo in un mondo reale drammaticamente vivo, con attori che vivono nel quotidiano la cronaca di una vera guerra di camorra che insanguina da anni la periferia napoletana, dove la criminalità è retta da boss neanche trentenni.

Nello spettacolo Antonio Barracano è il “sindaco”, “uomo d’onore” che distingue tra “gente per bene e gente carogna”, che amministra le vicende del rione nato dal genio di Eduardo e ambientato nella realtà dei giorni nostri. Al posto dei maturi personaggi eduardiani, simbolo di un sistema di valori al tramonto, Martone inserisce giovani come Di Leva e Fabio Della Ragione (Giovanni Ludeno), un medico che, con la sua opera, impedisce di portare alla conoscenza della legge i risultati delle sparatorie e dei regolamenti di conti che avvengono nel quartiere. Chi tiene santi va in paradiso e chi non ne tiene va da Don Antonio. Quando però gli si presenta disperato Rafiluccio Santaniello (Salvatore Presutto), il figlio del fornaio, risoluto ad ammazzare il padre Arturo, Don Antonio coglie nel giovane la stessa determinazione che in gioventù lo spinse all’omicidio, si propone come mediatore avviandosi così all’incontro fatale con Arturo.

La stagione al Teatro Solvay prosegue il 10 marzo con Junior Balletto di Toscana nella coreografia Bella addormentata, e il 21 marzo con Oscar De Summa che chiude il cartellone con La cerimonia.

Lo spettacolo è in prevendita sul circuito Boxoffice con aggiunta della commissione o al Teatro Solvay dalle ore 18. Biglietti: primi posti 15 euro, ridotti 13; secondi posti 12 euro, ridotti 10. Riduzioni per under 26, over 65, Gruppo Filarmonico Solvay, Schola Cantorum, Scuola Musicale Bacchelli, Università Popolare. Informazioni: Armunia 0586 754202, 0586 759021.

 

Pubblicato il 22-02-2018
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