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Una folla di giovani, i rappresentanti delle istituzioni e le associazioni partigiane hanno partecipato con trasporto e commozione alle celebrazioni della giornata della memoria promossa dal Comune di Rosignano Marittimo.
Alle 10,30 si è svolta sulla spiaggia del Lillatro la commemorazione per Oberdan Chiesa, fucilato all'alba del 29 gennaio 1944, dove oggi sorge un cippo e il monumento in sua memoria. Davanti alla scultura in acciaio di Mimmo Di Cesare è stata deposta la corona di alloro, alla presenza del picchetto d'onore dell'Arma dei Carabinieri, mentre il nipote del partigiano, Roberto Chiesa, ha portato un mazzo di rose. Il sindaco Alessandro Franchi, il vicesindaco Daniele Donati, gli assessori Licia Montagnani e Piero Nocchi, i rappresentanti di Anpi hanno sostato in silenzio per onorare il sacrificio di Chiesa, trucidato dai fascisti per ritorsione contro un attentato dei partigiani. Intorno facevano corona i gonfaloni e i rappresentanti delle istituzioni locali intervenute, mentre la tromba intonava le note del silenzio. Una cerimonia semplice ma molto sentita sul territorio, cui il Comune di Rosignano associa le celebrazioni per la Giornata della Memoria, saldando il sacrificio di un uomo a quella di un intero popolo, vittima delle persecuzioni nazifasciste.
Al termine della cerimonia infatti i partecipanti e i ragazzi delle scuole di Rosignano si sono ritrovati al Teatro Solvay per ascoltare i messaggi del sindaco Franchi e del presidente emerito di Anpi Carlo Smuraglia, con il presidente dell'Anpi locale Francesco Giuntini. Il Gruppo Filarmonico “Solvay” e la classe 3A indirizzo musicale delle medie “Fattori” hanno intonato l'inno di Mameli, i canti partigiani e della liberazione.
Franchi ha ricordato i circa 300 caduti, tra civili e militari, di Rosignano, il tributo pagato dalla “piccola Cassino” per la democrazia e la libertà. “Onorare il Giorno della Memoria e Oberdan Chiesa, ricordare lo sterminio del popolo ebreo e le persecuzioni, significa che nel presente occorre stare ad occhi aperti contro il pregiudizio e contro chi semina odio o alimenta la discriminazione e l'intolleranza – ha affermato il sindaco – Oggi è molto semplice cadere nel tranello di chi punta il dito sul diverso indicandolo come il nemico e la causa di ogni nostro problema. Non ci fermiamo all’apparenza o al pregiudizio, proviamo a capire le ragioni dell’altro e a riconoscere un diritto a chi ne è privo, cerchiamo di approfondire un problema che non ci riguarda direttamente, perché è così che contribuiamo a costruire una società più giusta, inclusiva, coesa. Perché ciò che siamo dipende dalle idee che ci portiamo dentro e dalle riflessioni di cui siamo capaci. E’ importante il ricordo ed è importante coltivarlo ogni giorno: per non ripetere gli orrori del passato e per consegnare il testimone ai più giovani. Altrimenti sarà poca la memoria ma sarà poca anche la speranza per l'oggi e per il domani”.
Salutato da un lungo applauso, Smuraglia, classe 1923, ha ricordato che da ventenne fece la scelta della libertà come Chiesa - “non si poteva stare dalla parte dei fascisti, costasse quel che costasse” ha detto - diventando partigiano, e portando avanti i valori antifascisti e della costituzione per tutta la vita, come magistrato, docente universitario e senatore. “Coerenza è la parola che segna la vita di Chiesa, si può essere cittadini se si crede in un'idea per cui è importante vivere e impegnarsi. Chiesa pagò questa sua libertà, infatti il fascismo ha privato le persone della libertà, ha perseguitato e ucciso” ha ricordato, soffermandosi poi sulla coscienza dei valori civili nella società attuale. “La costituzione italiana proibisce la ricostituzione del fascismo, ma il fascismo del nuovo millennio è quello degli slogan antisemiti negli stadi, degli stati europei che negano la libetà di stampa e l'autonomia della magistratura – ha affermato - il fascismo infatti negherà sempre diritti sociali e civili. Oggi i nuovi razzismi respingono chi scappa da guerre e persecuzioni perché viene da lontano e ha un colore diverso. E' un fenomeno inaccettabile, cui dobbiamo contrapporre la solidarietà. Chiedo ai giovani di non essere indifferenti: quello che non ci riguarda oggi ci riguarderà domani, perché alla fine tutti paghiamo la privazione della libertà. Vogliate essere cittadini, e vi auguro di conquistare questo diritto anche grazie a tutti coloro, come Chiesa, cui dobbiamo la fortuna di essere qui vivi e liberi”.