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Il 19 ottobre 1867 Giuseppe Garibaldi sbarcava a Vada. In occasione dei 150 anni dall’impresa dell’erode dei due mondi il Comune di Rosignano Marittimo organizza il 17 novembre a Rosignano Solvay il convegno “Per alla volta di Roma. Il ruolo di Livorno e della Toscana nella campagna garibaldina del 1867” (Auditorium di piazza del Mercato e Centro Le Creste). L’iniziativa, realizzata in collaborazione con l’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano – Comitato di Livorno e il Comitato livornese per la promozione dei valori risorgimentali, riunirà accademici e studiosi per affrontare aspetti legati alla storia, alla partecipazione popolare e alle testimonianze di garibaldini, oltre che alla memoria dello sbarco sul territorio, che è testimoniata dal monumento di Garibaldi nella piazza principale di Vada.
Il monumento fu inaugurato nel 1886 da Diego Martelli, consigliere comunale già volontario garibaldino. Il testo della lapide "per alla volta di Roma" fu dettato da Giosuè Carducci, è dà il titolo al convegno. L’omaggio all’eroe riunì dunque alcuni dei maggiori esponenti dell’impegno civile e politico, oltre che della cultura del risorgimento toscano. "Nel territorio di Rosignano il processo risorgimentale ebbe ripercussioni a vari livelli e in diversi snodi temporali – ricorda il sindaco Alessandro Franchi - lo testimoniano le vicende della bonifica attuata da Leopoldo II, la partecipazione dei volontari alle guerre d’indipendenza, la mobilitazione popolare in occasione del plebiscito e lo sbarco di Garibaldi a Vada, solennizzato nel 1886 dal monumento proposto da un cittadino d'eccezione: il consigliere comunale Diego Martelli"
Garibaldi sbarcò a Vada con l’obiettivo di liberare Roma, poi concluso infelicemente a Mentana. Ma la sua fuga da Caprera, dove era stato confinato dal governo, fu audace e rocambolesca. Non potendo infatti essere raggiunto dai suoi fedelissimi, poiché era sorvegliato a vista da una flottiglia di navi, decise di lasciare l’isola nella notte a bordo di una piccola canoa. Sbarcò a La Maddalena dove lo attendevano i compagni con cui sbarcò in Sardegna, attraversando a cavallo i monti della Gallura e giungendo a Porto Brandinchi, a sud di Olbia, dove era stata ormeggiata la nave con cui attraversarono il mare Tirreno. La sera del 19 ottobre sbarcarono a Vada, nel tratto di costa meno sorvegliato, e da lì raggiunsero Livorno in barroccio. “All’alba del 19 entrarono nel canale di Piombino, presso all’isola di Montecristo e l’Elba – racconta Felice Cavallotti nella "Storia della insurrezione di Roma nel 1867" (1869) - un forte vento di libeccio, somigliante a temporale, sopraggiunse a favorevoli: così che alle 9 erano in vista di Vado, fabbricata sulle ruine di un’antica città etrusca. Decisero di appoggiare a quella rada, e alle sette di sera, Garibaldi, Canzio, Viggiani, Maurizio, toccarono terra, a mezzogiorno di Vado. Viggiani fu spedito a prendere del vino, e riconoscere, fra mezzo alle alghe, la via che conduce a Vado; di ritorno, ch’ei fu, si incamminarono tutti verso il paese”.