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Al momento non c’è correlazione suffragata da dati scientifici tra lo sversamento di ammoniaca e la moria di pesci che è stata rilevata alle spiagge bianche lo scorso 29 agosto. La Società Solvay, invitata a riferire sull’andamento dei fatti e sui dati in proprio possesso alla V Commissione Consiliare – Ambiente riunita il 12 settembre, conferma la versione esposta e le analisi effettuate. Arpat, che era stata invitata come organo di controllo preposto, non è intervenuta a causa delle indagini in corso da parte della Procura della Repubblica su Solvay, per cui ha funzioni di polizia giudiziaria.
L’assessore all’ambiente Daniele Donati ha riferito sinteticamente sull’iter seguito dall’Amministrazione Comunale e sui dati in possesso. In particolare sulle concentrazioni di azoto ammoniacale fornite da Arpat con valori nettamente inferiori rispetto al limite dei 15 milligrammi per litro (campionamenti effettuati il 29 agosto) e gli ultimi del 4 settembre, che hanno confermato quelli iniziali. Sulla base delle analisi ASL ha riferito al Comune che non sussiste pericolo per la balneazione nella zona interessata dallo sversamento, ricordando anche l’estensione del divieto a 100 metri a nord e sud dello scarico Solvay. Nel frattempo, essendo stata segnalata il 29 agosto una morìa di pesci sulla spiaggia in prossimità dello scarico, il Comune ha prelevato dei campioni consegnandoli nelle condizioni di refrigerazione previste al Servizio Veterinario di Asl per provvedere alle analisi. La settimana successiva Asl ha riferito che i campioni sono stati ritenuti non analizzabili dall’istituto zooprofilattico di Pisa. Il Comune (1 settembre) ha chiesto formalmente una relazione puntuale a Solvay sull’accaduto, che ha fornito alcune anticipazioni basate sui dati in possesso il 4 settembre, riservandosi di fornire una relazione dettagliata parallelamente a quella tecnica dovuta ad Arpat entro il 15 settembre.
Il direttore dello stabilimento di Rosignano Davide Papavero, accompagnato da alcuni dirigenti Solvay, ha dichiarato di “aver accettato l’invito della commissione in piena trasparenza e per apertura verso la comunità”. Ha illustrato tutte le fasi del disservizio verificatosi alla sodiera lunedì 28 agosto alle 15,50, dovuto ad un guasto di un componente elettronico che ha creato un corto circuito. L’impianto è stato fermato in sicurezza, il guasto è stato riparato alle 19 ed è stato predisposto il riavvio dell’impianto sempre in sicurezza. Tre le 3 e le 4 della notte, gli scarichi sono stati opportunamente deviati dal bacino di diversione al Fosso bianco, e alle 10 del 29 agosto l’impianto era di nuovo in funzione. Riguardo alle maleodoranze avvertite dai cittadini il direttore ha riferito che sono state avviate le procedure per l’abbattimento dei liquidi ammoniacali confluiti nel bacino, lo sniffer ha rilevato i vapori in maniera discontinua a causa delle condizioni meteo, mentre i vapori accumulati sono stati dispersi da una folata di vento fuori dallo stabilimento. “Questo ovviamente non deve succedere” ha affermato Papavero, precisando che l'azienda ha fatto le comunicazioni dovute e continua a collaborare con Arpat. Infine sulla moria di pesci Solvay, avendo analizzato le acque del campionatore all’inizio dello scarico del fosso, di solito usate per verificare la quantità dei solidi sospesi, ha rilevato percentuali di ammoniaca leggermente superiori rispetto alla media nei liquidi di passaggio dal campionatore nella notte tra 28 e 29 agosto, concludendo però che “le quantità scaricate non sono compatibili con la morìa di pesci”. Infine in merito alla balneazione i valori rilevati a largo sono gli stessi (ben diversi da quelli presso il Fosso bianco) e non costituiscono problema per la balneazione.
Nel dibattito sono intervenuti gli esponenti del Movimento 5 Stelle chiedendo a Solvay di apportare miglioramenti volti a garantire ulteriori elementi di sicurezza, basandosi sulla relazione di Arpat 2007 (suggerimento di rivedere le procedure e i dispositivi esistenti volti a contenere eventuali sversamenti di ammoniaca) e sul patteggiamento effettuato da Solvay nel 2013. Inoltre ha chiesto alla società di imboccare la strada della bonifica, della riconversione ecologica e della sicurezza dei lavoratori. Sul ha chiesto una commissione per verificare l’impatto del parco industriale sul territorio, mentre Forza Italia ha auspicato che non ci siano disequilibri nell’interesse della comunità. Il Pd ha sottolineato la necessità di avere fiducia nelle istituzioni senza mettere in discussione aspetti su cui non tutti possono avere competenza.
Il sindaco Alessandro Franchi ha concluso che “al momento non c’è alcun elemento che lega l’accaduto all’interno dell’area industriale con la morìa di pesci. Abbiamo diritto di conoscere cosa è successo, rappresentando la comunità dobbiamo difendere il territorio, l’ambiente e la salute dei cittadini, ma per ora ci rimettiamo alla indagini della Procura che stabilirà se c’è una responsabilità penale ed un eventuale rapporto causa-effetto. Se sarà dimostrato Solvay dovrà garantirci di fare gli investimenti necessari. Solvay è fonte di occupazione e lavoro per il territorio, ma non sono disposto ad abbassare la guardia su salute e ambiente. Ne ho la responsabilità politica e penale e sono qui a difendere gli interessi dei cittadini”. Il sindaco ha sottolineato il proprio senso di responsabilità nell’estensione del divieto di balneazione in via cautelare nel 2011 a 100 metri e nord e sud del Fosso bianco e nella collaborazione con la Procura della Repubblica e la Guardia di Finanza per le indagini su Solvay 2013, per cui ha avuto ringraziamento formale.
Prima dei lavori della Commissione il sindaco Franchi e il vicesindaco Donati hanno incontrato la RSU del parco industriale Solvay, avviando un percorso per garantire maggiore trasparenza nelle attività dello stabilimento, con l’obiettivo di perseguire un rapporto armonico tra l’azienda chimica e il territorio.