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Conferenza stampa sversamento ammoniaca alle spiagge biancheConferenza stampa sversamento ammoniaca alle spiagge bianche

Mentre proseguono i campionamenti di Arpat sulla concentrazione di azoto ammoniacale nel tratto di mare davanti al fosso bianco, il Comune di Rosignano Marittimo chiede formalmente a Solvay una spiegazione pubblica e dettagliata sull'incidente che il 29 agosto ha causato maleodoranze e uno sversamento in mare di ammoniaca. La morìa di pesci presso lo scarico a mare di Solvay, rilevata dai cittadini e  riportata dagli organi di informazione, ha fatto scattare l'allarme.   

“Al momento purtroppo non abbiamo ancora un quadro completo della situazione – spiega il sindaco Alessandro Franchi alla stampa nell'incontro di sabato 2 settembre – abbiamo gli esiti dei due campionamenti eseguiti da Arpat il 29 e 30 agosto, e attendiamo l'esito degli esami sui pesci morti dell'istituto di zooprofilassi. Il collegamento tra la moria dei pesci e il presunto trafilamento di ammoniaca dallo stabilimento può essere solo ipotizzato come causa-effetto, ma abbiamo bisogno di qualcosa di certo”.

La vicenda è iniziata con le segnalazioni dei cittadini sulle maleodoranze, il Comune ha subito allertato gli organismi di controllo che hanno predisposto i campionamenti e le analisi, mentre Solvay inviava all'ente una breve informativa iniziale.

“Non abbiamo capito come si è verificato lo sversamento di ammoniaca che doveva finire nella vasca di contenimento interno – prosegue Franchi – abbiamo chiesto a Solvay di fornirci dettagli sull'incidente e se c'è stato il trafilamento di ammoniaca. Ieri mattina abbiamo chiesto formalmente una spiegazione a Solvay e a questo punto pretendiamo una risposta urgente e dettagliata su come si sono svolti i fatti”.

Infatti i campionamenti effettuati da Arpat il 29 e 30 agosto hanno dato esiti molto diversi sulle zone di concentrazione di azoto ammoniacale nel tratto di mare antistante lo scarico dello stabilimento, probabilmente a causa delle correnti. Il problema incide sull'adozione di misure per tutelare la salute dei cittadini. Nel 2011 un'ordinanza del sindaco per ragioni cautelative aveva esteso il divieto di balneazione da 50 metri a 100 metri a Nord e Sud del fosso, per un tratto complessivo di 200 metri. “Ad oggi non abbiamo dati che ci permettano di estendere ancora il divieto – spiegano il sindaco  e l'assessore all'ambiente Daniele Donati – infatti ASL ci scrive che “vista la concentrazione di azoto ammoniacale presente nella zona balneabile, non sussistono problemi per la salute dei bagnanti”. Continueremo a seguire gli esiti degli altri campionamenti di Arpat, che è anche organo di polizia guidiziaria, e in caso di rilevazione di inquinamento deve presentare notizia di reato alle autorità. Ma pretendiamo che Solvay spieghi pubblicamente e dettagliatamente come si sono svolti i fatti”.

Alla società chimica presente da oltre 100 anni sul territorio il Comune chiede maggiore coerenza tra la recente fase di sviluppo intrapresa anche con finanziamenti pubblici e la tutela del territorio. “Solvay deve mettere in atto tutti i provvedimenti opportuni perché gli incidenti di questi tipo si riducano a zero – afferma Franchi - se necessario deve fare gli opportuni investimenti per evitare rischi alla salute dei cittadini. Siamo determinati a chiedere una modifica dell'Autorizzazione Integrata Ambientale al Ministero perché renda obbligatori gli investimenti per aumentare i livelli di sicurezza, e a chiedere al Comitato Tecnico Regionale con competenza sulla sicurezza industriale di rivedere il Piano di emergenza esterno perché sia più restrittivo dell'attuale. Lo stabilimento è stato stabilizzato anche grazie agli investimenti, ma vogliamo che il territorio e i cittadini siano garantiti. Non soggiaciamo a principi diversi da questi, che perseguiamo senza tentennamenti né ambiguità. Non possiamo abbassare la guardia sulla sicurezza dei cittadini e dell'ambiente. Siamo per lo sviluppo industriale, ma incidenti come questi devono essere gestiti senza rischi”. 

Pubblicato il 02-09-2017
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