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Sabato 20 e domenica 21 maggio il Museo Archeologico di Rosignano Marittimo aderisce all’iniziativa Amico Museo, promossa dalla Regione Toscana, proponendo un viaggio sul significato del mare per il nostro territorio, la cui storia è da sempre intrecciata alla distesa d’acqua su cui si affaccia. Infatti da sempre il mare costituisce una fonte di sostentamento e ricchezza e un’agevole via di comunicazione e di scambi con popoli e civiltà che popolano le sue sponde. Ma rappresenta anche l’ignoto, una distesa irta di pericoli e di insidie, a volte più potente delle speranze e dei sogni con cui gli uomini vogliono o sono costretti ad affrontarlo. “Sogni e speranze di una vita migliore, timore e ansie di non farcela rappresentano il fil rouge che lega naviganti micenei e fenici, pirati etruschi, esploratori moderni e profughi contemporanei – spiega Edina Regoli, direttrice del museo di Palazzo Bombardieri – proponiamo dunque un viaggio attraverso i reperti antichi che simboleggiano questo duplice aspetto: il mare amico raccontato dalle merci esotiche arrivate sulle nostre coste dai paesi d’oltremare e il mare nemico testimoniato dalle decine di relitti affondati lungo le sponde toscane. E vogliamo ripercorrerlo attraverso la letteratura che ha immortalato le emozioni degli uomini di ogni tempo, che al mare hanno affidato le loro vite”.
Il programma inizia sabato 20 maggio ore 20,30 per la “Notte dei Musei”, con un buffet a tema e la  visita guidata al Museo Archeologico, con particolare riferimento ai contesti archeologici marittimi, terrestri e subacquei. Domenica 21 maggio alle 18 Alessio Pizzech con Elisabetta Furini mette in scena “Viaggi per mare”, un recital di letture e canzoni in cui il regista di Castiglioncello veste i panni di attore. Il viaggio affronta il rapporto tra l’uomo e il mare attraverso scritti di poeti e letterati, da Omero a Kavafis passando per Savinio, Neruda, Quasimodo e i versi del livornese Caproni, ma anche toccando le tragedie per mare dei nostri giorni, che portano migliaia di migranti sulle coste italiane. Le canzoni popolari e colte intonate da Furini e accompagnate con la chitarra fanno da contrappuntano al racconto, trasportando il pubblico in un viaggio dall’antichità classica fino alla contemporaneità. “E’ bello per me tornare al leggio e al racconto – spiega Pizzech -  tornare a fare l’aedo di un racconto antico quanto l’uomo perché il mare ha sempre stimolato riflessioni su se stessi e lo spazio, ed esperienze letterarie fin dal mondo classico. In scena si narra come il mare è stato vissuto, come il viaggio sia un percorso interiore, luogo dell’anima o luogo dell’avventura, basti pensare ad Ulisse, oppure alla poesia di Seneca dove il mare è esperienza dell’io interiore, oppure a Petrarca e all’infinito di Leopardi. Nel Novecento ci sono le tragedie dell’infanzia di Savinio, fino alla contemporaneità con la drammatica esperienza della migrazione”.

Pubblicato il 17-05-2017
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