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Lo scorso finesettimana è stata liberata dai rifiuti abbandonati e dalla vegetazione l’ottocentesca “Fontina di Crepatura”. Grazie al sostegno degli organizzatori della Festa del Pesce, al lavoro dei volontari delle Associazioni GAPL (Gruppo Archeologico Paleontologico Livornese), INITINERE e ASCA, ai cittadini dell’OTP (Operazione Territorio Pulito) di Vada e Livorno, e al contributo di residenti e turisti di Caletta.

Come concordato con l’Amministrazione Comunale i rifiuti e le potature sono stati raggruppati in tre aree di raccolta, al porto, nell’area camper lato Aurelia e in via Nicodemi, e sono già stati rimossi da REA.

“La fontina” fu probabilmente realizzata nella seconda metà del XIX secolo da un membro della facoltosa famiglia Berti-Mantellassi quando canalizzò le acque sorgive del masso di “Panchina” che, ieri come oggi, affiora fra Villa Berti e il Botro Crepatura.

Già ricordata da Sirio Saggini in “Cronache Maremmane”, questa fontina sarà descritta anche nel volume di prossima pubblicazione “Monte alla Rena, tra storia, arte e memoria” di Roberto Branchetti, Edizioni Comiedit.

L’iniziativa vuol essere un primo passo per dare visibilità a quello che potrebbe essere uno degli angoli più pittoreschi e di rilievo storico/ambientale di questa area, per la presenza della fonte rurale, dell’antica lecceta e per l’habitat della foce del Botro Crepatura.

 

La speranza dei volontari che si sono attivati è che con questo intervento abbia inizio un percorso di riqualificazione di tutta l’area del “Parco di Crepatura” e di ripristino dell’antica Fontina.

Pubblicato il 15-06-2016
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