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In occasione della ricorrenza della strage di Capaci, durante la quale il 23 maggio 1992 persero la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, la scuola media “G. Fattori” ha voluto ricordare tutte le vittime della mafia.
L’iniziativa, che parte dalla Fondazione Giovanni e Francesca Falcone, prende spunto dall’albero, cresciuto di fronte alla casa del giudice, al quale, dopo l’attentato, iniziarono ad essere affissi spontaneamente foglietti con messaggi, lettere e disegni. L’albero, un ficus magnolia, è diventato un simbolo non solo dei palermitani che si impegnano nella lotta contro la mafia, ma per tutti coloro che a questa lotta si uniscono.
L’evento si è svolto lunedì scorso presso la piazza Pardubice a Rosignano Solvay, quando gli studenti della scuola media Fattori hanno piantato una magnolia donata dai commercianti di Rosignano Solvay per poi addobbarla con delle farfalle, su cui avevano precedentemente scritto i loro pensieri e propositi per un futuro libero dalle violenze e dall’intimidazione della criminalità organizzata.
La cerimonia è stata introdotta dalla Preside Nicoletta La Trofa, che ha ringraziato le autorità civili e militari presenti, parlando dei valore della legalità, ma anche di libertà e giustizia, che affidiamo ai ragazzi nella speranza di un futuro migliore.
Hanno assistito alla piantumazione dell’ “Albero Falcone” anche il Presidente della Proloco “I Love R.S.”, Giacomo Cantini, il vicepresidente del CCN di Rosignano Solvay, Maurizio Massari, e l’Assessore alla cultura Licia Montagnani, che commossa ha esortato grandi e piccoli a non avere paura e non assecondare l’omertà.
“Così come gli alberi -ha dichiarato l’Assessore Montagnani- hanno bisogno sia delle radici che della chioma per trarre nutrimento, tutti noi abbiamo sia bisogno di ricordare le stragi del passato affinché non si ripetano ancora, sia bisogno di rivolgerci al futuro con impegno e ottimismo per progettare insieme una società più giusta ed inclusiva, che difenda i più deboli dalle tensioni sociali e dalle false promesse di protezione offerte dalle organizzazioni di stampo mafioso”.
Pubblicato il 24-05-2016