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Riflettiamo un momento su quanta immondizia produciamo: uno o due sacchetti al giorno? Moltiplichiamoli per 365 e per i nostri anni di vita…..
Una montagna di rifiuti insormontabile che deturpa il paesaggio e le nostre città e che lasciamo in eredità al pianeta; questo senza considerare tutti i rifiuti che vengono prodotti dalle imprese per permetterci di usufruire di beni e servizi.
Nell'ultimo decennio la mole dei rifiuti solidi urbani è cresciuta del 2-3% ogni anno in peso e del 4% in volume. Se queste cifre continueranno ad aumentare con lo stesso ritmo, lo smaltimento dei rifiuti diventerà sempre più problematico. L'obiettivo principale da perseguire è dunque la riduzione della quantità di rifiuti. Per questa ragione, molte associazioni, tra cui Legambiente, ritengono debba essere data la priorità assoluta agli interventi preventivi, come la riduzione degli imballaggi. Secondo i dati di Ambiente Italia del 1991, gli scarti organici costituirebbero meno del 30% del totale dei rifiuti, mentre i contenitori (carta e plastica) raggiungono ormai la soglia del 40%.
IL 50% delle merci acquistate diviene rifiuto dopo due giorni e molti di questi non sono degradabili o richiedono lunghi periodi per essere “riassorbiti” dalla natura. |
Il recupero post-consumo da solo, però, non riesce a rappresentare un'efficace soluzione allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, è infatti necessario che i produttori di merci si facciano carico del problema riducendo l'impiego di imballaggi a perdere, il cui ingombro supera ormai quello delle merci consumate. Il futuro della natura è compromesso dai nostri sprechi: ridurre la quantità di immondizia che produciamo, facilitarne la raccolta, cominciare subito a differenziare i rifiuti, riciclare quello che è possibile, fare attenzione ai nostri acquisti sono tutti accorgimenti che possono aiutarci a ridurre il nostro impatto sulla natura e a tutelare i luoghi dove viviamo. Ridurre la quantità di rifiuti prodotti e riciclare significa, infatti, diminuire i consumi di materiali, i consumi di energia, l'inquinamento atmosferico e delle acque, l'impatto ambientale. Un comportamento più attento, dall'acquisto al cassonetto, è lo strumento migliore per evitare l'invasione dei rifiuti
PICCOLI ACCORGIMENTI…
I RIFIUTI ORGANICI
Riutilizzare gli scarti di cucina, trasformandoli in concime per il giardino mediante il compostaggio domestico, riducendo così i rifiuti del 30%. Se non si ha un giardino, ci si può accordare con qualcuno che ha la compostiera o gettare i rifiuti organici negli appositi raccoglitori.
Il compostaggio domestico è facile e fornisce ottimo fertilizzante naturale per orti e giardini, riduce l'uso di agenti inquinanti nell'atmosfera e nel suolo e favorisce lo . smaltimento dei rifiuti. Le compostiere sono acquistabili in negozi di casalinghi e giardinaggio. Manuali sono a disposizione presso enti che si occupano di riciclaggio e associazioni ambientaliste e su internet è facile trovare molte informazioni al riguardo.
In Italia i rifiuti organici costituiscono circa il 30% dei rifiuti solidi urbani |
I RIFIUTI PERICOLOSI
Rifiuti pericolosi sono: farmaci, pile e batterie, lampade al neon, contenitori di prodotti infiammabili o tossici, oli di auto, oli di frittura. Tutti questi materiali devono essere trattati in modo specifico per evitare di danneggiare l'ambiente.
L’ALLUMINIO
L'alluminio è un materiale raro e costoso da produrre, oltre a non essere biodegradabile, per cui raccoglierlo, perché venga riciclato, è molto importante. Di alluminio sono fatte le lattine e i fogli per proteggere gli alimenti. Presso il nostro Comune i contenitori individuati per la raccolta differenziata di imballaggi in alluminio sono quelli del multimateriale.
LA CARTA
In casa e in ufficio mettere vicino alle scrivanie alcuni contenitori dove gettare la carta, il cartone, i tabulati già utilizzati che vengono buttati ogni giorno. Riciclare i fogli già stampati sul retro, quando possibile. Non stampare se non strettamente necessario
Utilizzare fogli già stampati su un lato o agende vecchie per le brutte copie come blocco di appunti, come fogli per disegnare da dare ai bambini.
Molti documenti è sufficienti leggerli o sfogliarli al video o è possibile vederli in "anteprima di stampa". Bisogna sempre ricordare che carta bianca = alberi abbattuti + gas serra. Raccoglierla separatamente per poi riciclarla è fondamentale per la tutela della natura e della nostra salute.
LA PLASTICA
La plastica costa poco ed è facilmente producibile, ma non è biodegradabile. Preferire oggetti in altri materiali: esistono sempre efficaci alternative alla plastica. Se si deve comprare un oggetto di plastica, scegliere sempre il prodotto più duraturo e resistente.
Esistono prodotti in plastica biologica, realizzati con l'utilizzo di sostanze vegetali (ad esempio i sacchetti a base di mais). Acquistarli è buona norma: sono biodegradabili e non ci sarà bisogno di buttarli nel cassonetto del riciclaggio.
Dove vanno i nostri rifiuti... LA DISCARICA
La discarica rappresenta il sistema di trattamento finale dei rifiuti più antico e concettualmente più semplice. Fino al 1984 quasi tutte le discariche in Italia erano di tipo "incontrollato", cioè costituite da cumuli di rifiuti abbandonati sul suolo o, nella migliore delle ipotesi, interrati progressivamente in profonde buche o in vecchie cave abbandonate. Con la normativa tecnica del 1984 e in seguito con la Legge 36/2003 la costruzione di una discarica è diventata un'operazione più complessa, dato che è prevista tutta una serie di accorgimenti tecnici per la tutela ambientale (impermeabilizzazione del bacino di contenimento, captazione del percolato e del biogas, copertura giornaliera con terra, ecc.). L'adozione della discarica come sistema di trattamento dei rifiuti comporta oggi costi di impianto e di esercizio non più trascurabili, come era invece per le vecchie discariche incontrollate. Questi costi risultano essere comunque inferiori rispetto ad altri sistemi di trattamento finale, sebbene sia difficile calcolare l'entità degli investimenti necessari per un controllo "post-mortem" della discarica e per un recupero ambientale dell'area interessata. Inoltre i siti idonei per le discariche sono in numero limitato e quindi vanno utilizzati con parsimonia, cercando soluzioni alternative ogni volta che è possibile.
Infine il biogas da discarica è composto da metano (60%) e da anidride carbonica (40%), che contribuiscono all'effetto serra. Oggi circa il 50% (media nazionale) dei rifiuti viene smaltito in discarica.
A meno di un profondo ripensamento del sistema industriale, che sarebbe comunque necessario, la discarica costituisce un nodo inevitabile della gestione dei rifiuti poiché, qualunque sia il sistema prescelto (termovalorizzazione, riciclaggio o recupero), esiste sempre il "rifiuto da rifiuto" da mandare in discarica. Per questo è necessario agire alla fonte, riducendo la formazione di rifiuti legata alla produzione (zaino ecologico) e al consumo, e favorendo il riutilizzo dei beni esausti.
Il polistirolo può impiegare anche 500 anni per degradarsi nelle discariche |