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Agli inizi del ‘900, l’industriale belga Ernest Solvay intuì che la bassa Val di Cecina poteva rappresentare il fulcro di un polo per la fabbricazione della soda, per la ricchezza di materie prime (acqua marina per la refrigerazione, sale a Ponteginori, calcare a Rosignano Marittimo e a San Carlo) e per la facilità dei collegamenti alle grandi vie di comunicazione rotabili, ferroviarie e marittime. In un primo momento la scelta era caduta sulla piana di Cecina, ma le innumerevoli difficoltà insorte a causa della diffidenza dei proprietari terrieri lo indussero a ripiegare sull’acquitrinosa e spopolata campagna compresa tra l’abitato di Caletta, a sud di Castiglioncello, e il corso del fiume Fine.

Teatro_SolvayL’acquisto dei terreni si svolse rapidamente: nel 1913, un documento inviato dal Comune di Rosignano alla Camera del Commercio di Pisa decreta la nascita ufficiale della Solvay in Italia. Di lì a poco, l’inizio dell’edificazione di case per gli impiegati e gli operai costituì il primo passo verso una vera e propria “città industriale”, dotata anche di opere sociali per il lavoro, lo svago, la cultura, la salute, lo sport. Anche l’Amministrazione Comunale, all’inizio diffidente per la sottrazione di ampi spazi all’agricoltura, finì per non disdegnare gli eventuali benefici che un intervento di così ampio respiro avrebbe potuto arrecare alla zona.

Nel marzo del 1917, tra le profonde difficoltà degli ultimi mesi di guerra, fu formalmente decretata la nascita dell’agglomerato di Rosignano Solvay, distinto dall’omonimo centro collinare che, in questa occasione, assume nuovamente il cinquecentesco appellativo di Marittimo (ubicato cioè ‘in Maremma’), a sancire il binomio inscindibile tra la Società e il nuovo centro urbano che essa stessa ha creato.

Viale_SolvayLa capillare pianificazione del tessuto urbano di Rosignano Solvay non fu tuttavia un’operazione preordinata: a mano a mano che l'industria necessitava di nuovi spazi, venivano acquistati terreni sul cui utilizzo l'Amministrazione Solvay di Rosignano attendeva direttive da Bruxelles. La Direzione Generale, forse nella persona dello stesso Ernest Solvay, procedeva poi alla pianificazione dei singoli interventi da eseguire sulle nuove zone e inviava a Rosignano gli avant-projets dei singoli edifici.L'uniformità dei lotti posti su una rigorosa griglia ortogonale, gli ampi e curati spazi verdi, i viali alberati che valorizzano prospetticamente gli edifici pubblici, le strade residenziali che garantiscono riservatezza e tranquillità agli abitanti - le cui case, pur nell’ambito dello stesso codice architettonico improntato a modelli nordici, si differenziano sensibilmente per dimensioni e posizione, proiettando all’esterno dell’officina le differenziazioni gerarchiche interne -; tutto ciò concorre a creare l’inconfondibile stile Solvay. L’assenza di precedenti costruzioni ha favorito l’intento della Società di impedire fin dall’inizio una promiscuità casuale fra abitato ed industria: significativa in quest’ottica appare la volontà di mantenere sgombra da abitati, preservandola ai futuri sviluppi dell’industria, la fascia costiera sita a valle del complesso.
 

 

Data di revisione/modifica: 09-11-2021
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