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La partecipazione ha i suoi pro ed i suoi contro e gli strumenti partecipativi possono essere molteplici. Il passaggio dal dire al fare è fondamentale: serve la fase di ascolto ma occorre poi tradurre le richieste raccolte in decisioni concrete, in scelte di governo. Negli ultimi vent’anni i partiti hanno smesso di essere il motore primo dei percorsi partecipativi e quindi oggi sono le Amministrazioni Pubbliche a dover ricreare un clima di dialogo e di confronto con la cittadinanza. Sono stati veramente molti gli elementi di riflessione emersi dall’incontro dedicato alla partecipazione che si è svolto ieri pomeriggio a Rosignano Marittimo, alla presenza dell’Assessore Regionale alle Riforme Istituzionali Agostino Fragai. Un incontro fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale, come hanno tenuto a sottolineare in apertura il Sindaco Alessandro Nenci e l’Assessore alla Partecipazione Michele Bianchi. “L’obiettivo di questo appuntamento – hanno spiegato – è quello di riflettere insieme sul concetto stesso di partecipazione, per approdare ad una definizione il più possibile condivisa che ci consenta di avviare riforme e, se necessario, creare nuovi strumenti che siano in grado di favorire un dialogo vero con la cittadinanza. D’altra parte – hanno tenuto a sottolineare – questa Amministrazione ha creduto fin da subito che fosse necessario aprirsi alla partecipazione, tanto che è stata creata una apposita delega. Oggi però, dopo vari tentativi, alcuni dei quali poco riusciti, dobbiamo ripartire dal principio, confrontarci con altre realtà e avviare una nuova stagione della partecipazione. Di sicuro – hanno concluso – la politica ha sempre più bisogno di intrattenere un rapporto reale con il cittadino”. Estremamente interessanti tutti gli interventi dei relatori. Dalle considerazioni teoriche sulla democrazia partecipativa e sulla nuova Legge Regionale dell’esperto Marco Ciancaglini dell’Università di Firenze alle esperienze concrete del Comune di Grosseto, riferite dall’Assessore Simone Ferretti della Rete Nuovo Municipio, e soprattutto del Comune di Grottammare, una realtà di 15mila abitanti in Provincia di Ascoli dove la partecipazione, dal 1994, è uno strumento di lavoro concreto. “Siamo effettivamente divenuti un modello in Italia e nel mondo – ha spiegato Pier Paolo Fanesi – con il nostro Bilancio Partecipato. Da noi la partecipazione è continua e strutturata: ci sono cicli di assemblee che ci servono per ascoltare, ci sono tavoli partecipativi dei quartieri che elaborano le richieste ed ancora assemblee nelle quali si è chiamati a decidere”. E, caso strano, ad avviare il percorso è stata una Amministrazione governata da un movimento, “Solidarietà e Partecipazione”, politicamente orientato a sinistra, al quale la cittadinanza rinnova puntualmente la propria fiducia (è infatti al governo della città da ben quattro legislature), mentre alle ultime elezioni politiche ha prevalso nettamente lo schieramento di destra. Cosa significa questo? E perché un cittadino di destra vota a sinistra alle elezioni amministrative? Quanto è importante la partecipazione per la popolazione? Sul ruolo dei partiti in ambito partecipativo ci sono stati anche diversi interventi dal pubblico, tesi a sottolineare come negli ultimi decenni le formazioni politiche abbiano perso quel ruolo di aggregazione e di ascolto che avevano un tempo. E su questo aspetto è intervenuto anche l’assessore Regionale Fragai. “Effettivamente oggi – ha sottolineato – la partecipazione cerca altre strade perché i partiti non hanno più la capacità di funzionare da filtro, di dialogare con persone. Premesso ciò, direi che l’aspetto più importante è quello di definire cosa sia la partecipazione. Non si tratta infatti semplicemente di ascoltare, perché altrimenti la partecipazione è fine a se stessa. Occorre sì ascoltare ma poi è necessario tradurre il tutto in decisioni, in scelte motivate”.
Data di revisione/modifica: 16-01-2009
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