Il volume si apre con la prefazione di Teresa Mattei ed ospita anche il contributo di Luisa Morgantini, Vice Presidente del Parlamento europeo, che introduce il” Teatro dei rifugiati” di Annet Henneman e Gianni Castri. “Scritti contro il silenzio” si colloca all’interno di una già vasta produzione dell’autore. Niccolini infatti, la cui attività è stata ed è caratterizzata da un intenso impegno sociale, politico e culturale, ha scritto numerosi libri, tra cui ricordiamo “Il sacco delle saline” , “Ritratto di una valle “, ”Dalla parte del fiume”, “La follia della guerra”, “Acque perdute” e la “Valle del Diavolo”, che tra l’altro godono di numerosi e qualificati contributi tra i quali spiccano quelli di Lelio Lagorio, Enzo Tizi, Gianni Tamino, Fulco Pratensi ed Ervin Laszlo.
Scrive Niccolini nell’introduzione al suo libro: “Questi miei ‘Scritti contro il Silenzio’ serviranno infine a qualcosa, a qualcuno o soltanto ad illudermi di poter raggiungere qualche coscienza, a denunciare al vento l’arroganza della politica che non ascolta come la guerra permanente che l’umano conduce ai meno fortunati, alla natura, alle altre specie ? La pancia piena, la disinformazione fuorviante eletta a sistema, l’apparente scomparsa dell’Etica, l’appannamento degli ideali che hanno riempito i cuori e le teste della generazioni che volevano cambiare il mondo, il denaro che tutto misura, compra, vende, inducono sempre più persone al disinteresse, al silenzio, a chiudere gli occhi e a tapparsi le orecchie. Anche tanti dei migliori, diventati borghesi senza accorgersene, presi dal vortice delle cose importanti da fare, preferiscono cambiare canale piuttosto che spendersi, pensare. Una pellicola sempre più spessa copre e nasconde gli immensi crimini quotidiani commessi dal terrorismo dei poteri forti che governano il mondo. Il crimine supremo della guerra “umanitaria”, “preventiva”, ”permanente”, segna il tempo dei troppo ricchi che non consentiranno mai di mettere in discussione il loro livello di vita, che pretendono di avere sempre di più e delle immense moltitudini dei diseredati in continuo aumento. Crescono il” muro della vergogna” e quello che Ernesto Sabato, un grande vecchio della letteratura argentina definisce il “limbo infame dell’indifferenza, anticamera della vergogna”.
Data di revisione/modifica: 16-01-2009