Questa mattina al Teatro Solvay una platea gremita di studenti delle classi superiori degli istituti scolastici di Rosignano Solvay e Cecina ha ascoltato in silenzio la relazione del dott. Claudio Giusti, fondatore della sezione italiana di Amnesty e membro del Comitato Scientifico dell’Osservatorio sulla Legalità e sui Diritti, nonché ospite d’onore della conferenza dal titolo “Parlare contro la pena di morte”, organizzata dal Comune di Rosignano nell’ambito della Festa della Toscana.
Per una intera ora gli studenti, veramente molti, hanno ascoltato con attenzione e stupore dati e particolari riguardanti la pena di morte nel mondo, dalla crudeltà dei vari sistemi di pena capitale (che anche nel “migliore dei casi” riserva sempre aspetti di vera e propria “macellazione inumana”) alla storia degli strumenti di morte, dalle cifre riguardanti le morti conosciute nel mondo per mano degli Stati alla bella tradizione italiana, fatta di abolizionismo, proprio a partire dalla Toscana, che cancellò la pena capitale, nel lontano 30 novembre del 1786, per la prima volta al mondo, ad opera del Granduca di Toscana. Particolari raccapriccianti e numeri che, nelle intenzioni degli organizzatori, vogliono fissare nelle giovani menti un valore importantissimo: la difesa dei diritti umani e lo sdegno nei confronti della pena di morte.
“Con questa iniziativa – ha spiegato il Sindaco Alessandro Nenci in apertura della Conferenza – vogliamo buttare un piccolo seme che, ci auguriamo, in futuro produrrà in voi foreste rigogliose a difesa dei diritti e contro ogni forma di soppressione dell’essere umano. La pena di morte non è un deterrente per l’illegalità, questo è ormai provato. E’ al contrario una soluzione assurda, che va contro i diritti umani. Dovremo invece impegnarci tutti a lavorare per rimuovere quelle tante forme di disagio sociale, che creano poi terreno fertile per il proliferare del crimine”. Un’operazione riuscita, almeno a giudicare dal silenzio e dagli sguardi sconcertati con cui i ragazzi hanno seguito la dettagliata relazione del dott. Giusti, che ha saputo catalizzare l’attenzione degli studenti sugli aspetti più inumani della pena capitale, raccontando sempre fatti, purtroppo, realmente accaduti, e spaziando dalle più note vicende degli Stati Uniti fino alle quasi segrete, ma numerosissime, esecuzioni che avvengono in paesi come la Cina, Taiwan, Iran ed anche nel supertecnologico Giappone. A seguire le conclusioni dell’Assessore alle Politiche Giovanili e alla Partecipazione Michele Bianchi.
Data di revisione/modifica: 16-01-2009