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Prosegue la rassegna cinematografica “La pittura nel cinema”, collegata alla mostra “Il cinema dei pittori. Le arti ed il cinema italiano 1949 – 1980”, visibile al Castello Pasquini fino al 4 novembre. Scopo dell’iniziativa, che è gratuita, è quello di proporre alcuni dei capisaldi del cinema italiano citati nella mostra stessa. Il prossimo appuntamento è fissato per domani, martedì 23 ottobre, a partire dalle ore 22, presso il cinema Castiglioncello: verrà proiettato il film “Le Amiche” di Michelangelo Antonioni. La pellicola, ispirata al racconto “Tra donne sole” di Cesare Pavese, essendo uno dei primi film di Antonioni, conserva ancora una struttura narrativa abbastanza convenzionale. Con un’ambientazione prevalentemente in interni, insolita per il regista ferrarese, viene rievocato il mondo della borghesia di Torino arricchita nel dopoguerra, fatto di inquietudini e gelosie segrete. Esemplare a questo proposito la descrizione del rapporto tra il pittore Lorenzo e la sua amante, la ceramista Nene: un groviglio di sentimenti contrastanti che si risolverà nel tradimento di lui. Questi due personaggi offrono al regista l’occasione per indagare uno spaccato sociale e psicologico in cui la crisi di coppia si lega indissolubilmente all’invidia professionale, ma anche per fotografare l’ambiente artistico torinese, all’epoca molto vivace. In questo film il gusto compositivo del regista comincia a orientarsi verso quella qualità ‘pittorica’ dell’inquadratura che contraddistinguerà sempre più i suoi film successivi. L’interesse di Antonioni per le arti pittoriche non riguarda solo questioni teoriche e soluzioni tecniche tese a rinnovare costantemente il proprio linguaggio cinematografico, ma anzi lo porterà a divenire pittore egli stesso. Interessante notare, a questo proposito, che nella serie delle “Montagne incantate”, presentata per la prima volta alla Biennale di Venezia nel 1983 e attualmente ospitata in parte dalla mostra “Il cinema dei pittori”, Antonioni sviluppa una tecnica in qualche modo analoga a quella che utilizza abitualmente per comporre l’immagine cinematografica. Realizza dei piccoli collage di carte acquerellate che poi fotografa e ingrandisce il blow-up, trasformandoli in paesaggi di metafisica suggestione.
Data di revisione/modifica: 16-01-2009
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