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Nonostante la pioggia ed il maltempo, la comunità di Rosignano, insieme al Senatore Marco Filippi, si è riunita questa mattina al Lillatro, presso il cippo opera dello scultore Mimmo Di Cesare, per ricordare e rendere onore al giovane antifascista Oberdan Chiesa, ucciso proprio sulla spiaggia di Rosignano il 29 gennaio 1944. Un sacrificio che, ancora oggi, può e deve essere di stimolo per riflettere sui valori della democrazia, della libertà, della non violenza e della pace. “Non un appuntamento rituale – ha tenuto a sottolineare il Sindaco Alessandro Nenci nel suo saluto iniziale – e quindi senza sentimento, ma un momento di riflessione vera, che scuota le coscienze, che vada oltre l’indifferenza, il dovere, il silenzio e l’abitudine. E’ infatti attraverso la memoria e lo sdegno per ciò che è accaduto ieri che possiamo combattere anche oggi contro i soprusi e le violenze. L’emozione che suscita il ricordo – ha concluso – deve darci la forza di lottare per tutte le situazioni di sopraffazione, anche quelle molto lontane da noi”. “Questo triste episodio della storia di Rosignano – ha aggiunto Giacomo Luppichini della sezione locale dell’Anpi - è lontano nel tempo ma può ancora insegnarci molto per il presente ed il futuro. Oggi più che mai è indispensabile costruire una cultura di pace perchè non viviamo tempi tranquilli”. A seguire la commemorazione del Senatore Marco Filippi che, sopra ad ogni cosa, ha voluto ribadire l’importanza di un legame stretto con le scuole e con le giovani generazioni. “Questa – ha esordito – è un’opportunità che al contempo mi emoziona e mi onora. La morte di Oberdan Chiesa e di tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita in nome della libertà e della democrazia deve essere tramandata con scrupolo, soprattutto ai ragazzi e alle ragazze di oggi, affinché il ricordo divenga coscienza civile ed impegno etico. Questo è un momento importante di formazione, da vivere con rinnovato e particolare slancio. Vorrei anche ricordare – ha concluso riprendendo l’intervento di Luppichini – l’impegno assunto da noi Parlamentari a Guardistallo affinché venga fatta piena luce sui molti episodi ancora oscuri della nostra storia, andando ad aprire i cosiddetti armadi della vergogna perché – ha concluso – dobbiamo restituire alla storia ciò che gli appartiene, ovvero la verità oggettiva”.
Data di revisione/modifica: 16-01-2009
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