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Anche a Rosignano, così come in tutta la Toscana, cresce anno dopo anno la percentuale degli studenti stranieri nelle scuole. Una questione che, oggi più che mai, necessita di attenzione nell’ambito educativo e della programmazione didattica visto che si è arrivati a toccare il 6 per cento (in pratica 238 studenti stranieri su una popolazione scolastica complessiva di 4.159 unità). Dei dati di Rosignano e della Toscana e delle prospettive future si è parlato ieri nel corso della conferenza tematica “L’intercultura, tra integrazione, educazione e programmazione didattica”. “Questo ennesimo appuntamento del ricco Settembre Pedagogico rosignanese – ha introdotto il Sindaco Alessandro Nenci – è stato studiato per consentirci di portare avanti una riflessione a più voci su un tema tanto complesso quanto delicato, ovvero quello dell’intercultura. Anche nella nostra comunità è cresciuto sensibilmente il numero degli studenti di stranieri ed è quindi necessario completare la costruzione di un sistema scolastico a più culture, in cui tutti abbiano pari opportunità”. La parola poi è passata ai vari relatori che hanno tracciato un quadro interessante della situazione attuale e delle prospettive future. Fiamma Nesi (Comune). Nel merito dei dati è entrata l’Assessore alla Pubblica Istruzione Fiamma Nesi, fornendo un articolato schema in cui gli studenti sono stati suddivisi per ciclo di studi, sesso e nazionalità. “Questi 238 bambini e ragazzi – ha osservato – provengono da 40 Paesi diversi e tutti i continenti, ad eccezione dell’Oceania, sono rappresentati. Nella scuola c’è difficoltà a cogliere la complessità di questa situazione che ci presenta studenti con molte nazionalità, ma soprattutto con tante identità diverse. A questo poi deve sommarsi il fatto che negli ultimi anni la scuola italiana si è trovata sola, mancando del tutto una regia nazionale e potendo soltanto contare sulla buona volontà di Enti Locali e associazioni”. Luca Mori (Università). Quella dell’intercultura è una problematica al contempo nuova ma anche molto antica. A mettere in luce questo aspetto è stato Luca Mori del Laboratorio Filosofico Ichnos di Castiglioncello, collegato con l’Università di Pisa. “I temi della coabitazione tra differenti culture – ha spiegato – e della paura del diverso non sono nuovi. Ne parlavano già Platone ed Erodoto, che nel descrivere i popoli incontrati nei suoi viaggi tentava una prima opera di mediazione culturale, cercando di illustrarne l’abbigliamento, i cibi, il linguaggio, le usanze. Con il conflitto – ha concluso – bisogna imparare a fare i conti. Il conflitto può e deve essere generativo”. Filippo Miraglia (Arci Solidarietà). Per entrare nel vivo della questione Filippo Miraglia dell’Arci Solidarietà ha fornito alcune cifre interessanti: in Italia gli stranieri sono circa 4 milioni (come l’intera popolazione della Toscana) ed i bambini che frequentano le nostre scuole ammontano a circa mezzo milione. “Di questi – ha sottolineato – molti non sono ancora in grado di parlare la nostra lingua e, purtroppo, tra loro la percentuale dell’abbandono scolastico è veramente molto alta. Dopo cinque anni di tagli e di indifferenza è giunto il momento di iniziare a dare risposte concrete a questi bambini e ragazzi, da parte del Governo, ma anche delle Regioni e degli Enti Locali”. Gianfranco Simoncini (Regione). Premesso che oltre all’educazione dei bambini è necessario parlare anche dell’educazione degli adulti stranieri, Gianfranco Simoncini, Assessore Regionale alla Formazione, Istruzione e Lavoro, ha fornito le cifre della Toscana: 34.000 bambini stranieri in Toscana, per una percentuale pari al 7 per cento, con punte davvero molto alte a Firenze e Prato. Alto purtroppo anche il tasso di abbandono, pari al 12-13 per cento. “Sono proprio le percentuali – ha sottolineato – a dirci che dobbiamo occuparci seriamente della questione, portando avanti anche una battaglia culturale per ché questi bambini non sono un problema ma una ricchezza. Certo negli ultimi anni le risorse a disposizione per questo settore sono state poche però, con gli ultimi aggiustamenti alla bozza di Legge Finanziaria, si è tornati a riaffermare la centralità della scuola e sono stati compiuti alcuni passi avanti rispetto a tematiche davvero importanti come il decennio di educazione obbligatoria, il superamento del precariato e la pianificazione dell’edilizia scolastica. In questi anni la Regione Toscana ha comunque investito sull’intercultura ed intende oggi continuare a lavorare – ha concluso – soprattutto in tre direzioni: agendo sul Governo per il reperimento di maggiori risorse da destinare a questo settore, stanziando fondi regionali e indirizzando con maggiore precisione le risorse messe a disposizione dagli Enti Locali”.
Data di revisione/modifica: 16-01-2009
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