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Con l’avvicinarsi della stagione balneare si torna a parlare di erosione. Ad affrontare l’argomento è stata la Commissione Qualità Urbana, presieduta dal Consigliere Fabrizio Bagnoli, che venerdì scorso ha incontrato l’Assessore Provinciale per la difesa del suolo e delle coste Anna Maria Marrocco ed il Vicesindaco di Rosignano ed Assessore ai Lavori pubblici Luca Arzilli per esaminare i progetti contro l’erosione costiera ed approfondire la questione della posidonia, la pianta marina che popola i nostri fondali. Per contrastare il fenomeno erosivo lungo la costa che da Rosignano arriva fino al Golfo di Baratti, la Regione Toscana ha stanziato ben 9 milioni di euro, di cui due milioni e mezzo saranno destinati ad interventi nella zona di Vada. In più proseguirà la strategia di riutilizzo della posidonia depositata sulla battigia, che già nel 2005 ha dato buoni risultati per la ricostituzione del sistema dunale. “Abbiamo fortemente voluto questo incontro – ha spiegato il Presidente della Commissione Bagnoli – poiché il problema è molto sentito, data la situazione in cui versano le nostre spiagge. La preoccupazione cresce con l’avvicinarsi della stagione balneare. E’ necessario infatti che i turisti trovino la nostra costa e le nostre spiagge in buone condizioni”. Alla riunione erano presenti anche i tecnici del settore, il geologo Bartoletti, la biologa marina Degli Innocenti della Provincia e l’Ing. Lami di Rea, che si occuperà della sistemazione delle posidonie. Una volta illustrata la ripartizione degli interventi lungo la costa, la Commissione ha affrontato anche un’altra questione importante, che già nei giorni scorsi era stata oggetto di una mozione consiliare, ovvero il riutilizzo o la rimozione delle piante che, dopo le mareggiate, si accumulano lungo le spiagge. “L’orientamento – ha spiegato il Vicesindaco Arzilli – condiviso dal Consiglio e dall’Amministrazione Comunale, dagli organi tecnici e dalla Provincia è quello di utilizzare il più possibile le foglie delle posidonie per la ricostituzione delle dune o per l’accrescimento delle dune già esistenti. Non rimuovere le foglie ha diversi vantaggi. In primo luogo la riduzione dei costi e quindi l’opportunità di investire di più sul ripascimento vero e proprio. Il mantenimento delle piante consente inoltre di non asportare quella sabbia che, inevitabilmente, viene portata via con la rimozione. E poi si ha il vantaggio della ricostituzione delle dune, che nel tempo diventano elemento di salvaguardia dell’ambiente retrostante, a protezione dai venti e dall’erosione, mentre le piante rimosse divengono rifiuto, con tutto ciò che questo comporta in termini normativi ed economici. Visti anche i risultati positivi ottenuti nel 2005 – ha concluso Arzilli – la politica che adotteremo d’ora in avanti sarà quella di lasciare il più possibile le piante lungo gli arenili, valutando area per area”.
Data di revisione/modifica: 16-01-2009
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