Nonostante la pioggia battente, Rosignano ha partecipato ancora una volta numerosa alla commemorazione della morte del giovane Oberdan Chiesa e alla celebrazione del “Giorno della Memoria”, istituito per ricordare la Shoah, ovvero lo sterminio del popolo ebraico, e parallelamente le persecuzioni razziali, la deportazione, la prigionia e la morte di tutti coloro che, così come il trentatreenne livornese barbaramente assassinato sulla spiaggia del Lillatro, si opposero al tragico progetto di sterminio nazifascista. A rendere onore alla memoria di Chiesa tanti cittadini e cittadine, rappresentanti delle forze dell’ordine e delle associazioni combattentistiche e d’arma, rappresentanti delle istituzioni locali, dei Comuni limitrofi e della Provincia, accompagnati dai rispettivi gonfaloni.
“La memoria del passato – ha sottolineato nel suo intervento il Sindaco Alessandro Nenci, prima della deposizione della corona di alloro al monumento – non dovrà mai andare perduta. L’assassinio di Oberdan Chiesa e lo sterminio nazifascista sono pagine dolorose della storia, il cui ricordo deve essere mantenuto vivo, non soltanto il 29 gennaio, ma tutti i giorni dell’anno, quando vengono registrati episodi di oppressione dell’uomo sull’uomo, di violazione dei diritti e della libertà. Solo attraverso la memoria possiamo sconfiggere coloro che, ancora oggi, vorrebbero negare la Shoah o anche assegnare ai fascisti di Salò, che uccisero l’innocente Oberdan Chiesa, la qualifica di combattenti. La verità storica – ha concluso – è un’altra e noi oggi siamo qui per celebrarla e trasmetterla alle giovani generazioni”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’intervento del Presidente della sezione locale dell’Anpi Giacomo Luppichini, che tra l’altro ha ripercorso la vita del giovane antifascista livornese. “L’essere qui ancora oggi – ha precisato – non è un atto rituale, ma la dimostrazione concreta che Rosignano non vuole dimenticare, anche perché, come diceva il Sindaco, gli umiliati della storia spesso cercano di cambiare la memoria dei fatti, contando proprio sulla smemoratezza. Ricordiamo allora la fucilazione di Oberdan Chiesa, personaggio luminoso che seppe vivere ed anche morire con dignità, ed insieme a lui ricordiamo i 350 caduti del nostro territorio e le innumerevoli vite umane spezzate, in tutto il mondo, a causa del nazifascismo. Ricordiamo e trasmettiamo la memoria alle nuove generazioni perché, come diceva Primo Levi, ciò che è accaduto può sempre accadere di nuovo”.
Data di revisione/modifica: 16-01-2009