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Il fenomeno dell’innalzamento delle cosiddette polveri fini (PM10) non è nuovo a Rosignano e si evidenzia soprattutto in questi giorni dell’anno, quando anche le condizioni climatiche ed i venti, favoriscono l’aumento della concentrazione di queste sostanze nell’aria. Un fenomeno che il Comune sta continuando a studiare con grande attenzione, soprattutto per capire quali sono le fonti di emissione, grazie anche all’assegnazione di una specifica borsa di studio, finanziata dall’Ente, in corso di svolgimento presso l’Arpat e che si prevede abbia termine entro il prossimo maggio. Si tratta tra l’altro di uno dei primi studi specifici effettuati in Italia, del quale attualmente si sta interessando anche la Regione Toscana. D’altra parte conoscere la provenienza e la composizione di questi polveri consentirà di prevedere le strategie e gli strumenti più adeguati per poter risolvere la questione. Il problema non è certo di facile soluzione, anche perché il fenomeno della presenza del PM10 viene registrato in molte realtà urbanizzate per molteplici ragioni. Nelle grandi città ad esempio il traffico è un elemento determinante al quale vanno però a sommarsi le emissioni provenienti dalle attività industriali e artigianali, dagli impianti di riscaldamento e, non ultimo, in casi particolari, da alcune situazioni naturali derivanti dall’aereosol marino. In particolare nella nostra zona, dove sono sicuramente presenti alcune delle fonti sopra elencate, dalle rilevazioni quantitative delle polveri e dallo studio della climatologia, risulta che gli sforamenti registrati negli ultimi giorni si sono verificati in presenza di venti provenienti dai quadranti nord-orientali (N-NE, NE, E-NE), condizioni che, come già ampiamente documentato negli anni precedenti, provocano un innalzamento dei valori rilevati di PM10. Infatti per il mese di gennaio 2005, la media del PM10 con venti provenienti dai quadranti nord-orientali risulta pari a circa 54 microgrammi per metro cubo, mentre con tutte le altre direzioni di provenienza del vento la media del PM10 si abbassa fino a 35 microgrammi per metro cubo. Una situazione che, puntualmente, viene registrata tutti gli anni in questo periodo dell’inverno, e che quindi, pur dovendo essere seguita con la massima attenzione, non desta preoccupazione. Come già anticipato, queste fluttuazioni delle concentrazioni rilevate di PM10 sono state e sono tutt’oggi argomento di accurata analisi nel programma di ricerca oggetto della borsa di studio. La parte finale di questa indagine di ricerca, concordata tra Comune di Rosignano e Arpat ed operativamente condotta da una borsista, prevede infatti la caratterizzazione chimico-fisica delle polveri PM10, con scomposizioni delle polveri più fini (PM2,5), soprattutto in termini di composizione chimica, al fine di poter attribuire alle varie possibili fonti emissive un peso percentuale nel determinare le concentrazioni osservate di PM10 a Rosignano. Questo potrà da un lato consentire una valutazione più mirata dell’impatto igienico-sanitario che queste polveri possono produrre sulla salute della popolazione, dall’altro fornire ulteriori strumenti conoscitivi, indispensabili per poter pianificare con un supporto scientificamente valido le eventuali azioni di risanamento necessarie alla riduzione delle concentrazioni di polveri PM10.
Data di revisione/modifica: 16-01-2009
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