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Il cimitero è, senza ombra di dubbio, un luogo di affetti e spesso di dolore, ma può e deve essere anche un “museo all’aperto” in cui conservare la memoria ed il passato di persone che, in modo diverso, anche molto semplice, hanno contribuito a creare la storia del territorio. In questa ottica il Comune di Rosignano ha promosso la giornata di studio “Il cimitero è un museo all’aperto”, che si è svolta martedì 2 novembre presso il castello Pasquini di Castiglioncello. Un’iniziativa molto partecipata, che ha messo in luce aspetti molto interessanti, inclusa la possibilità di un progetto ad hoc per coinvolgere le scuole. “Questa giornata – ha voluto sottolineare l’Assessore alle Politiche Sociali e alla Pubblica Istruzione Valter Paradisi in apertura del convegno – rappresenta la tappa di un percorso, avviato già da qualche anno, per la catalogazione e la qualificazione del nostro patrimonio cimiteriale. Durante questo percorso sono emersi aspetti di grande interesse, sia storico che sociale, da proporre anche alle nostre scuole, attraverso visite guidate, così che i ragazzi possano avvicinarsi al concetto di mortalità, intesa come parte della vita, in un mondo come quello odierno in cui si tende ad isolare ed escludere il tema della morte”. Dopo una breve illustrazione delle problematiche, molteplici e complesse, legate alla gestione dei cimiteri da parte del Dirigente d’Area Vincenzo Brogi, la Responsabile dell’Ufficio Cimiteri e Polizia Mortuaria Donatella Mariani ha illustrato in dettaglio il significato del progetto voluto dal Comune. “L’Amministrazione – ha spiegato - avvalendosi della collaborazione del prof. Giangiacomo Panessa, storico esperto di intercultura e specialista in materia, e della D.ssa Angela Porciani Presidente della cooperativa Microstoria per la parte archivistica, ha ritenuto di procedere alla catalogazione di tutto il patrimonio presente nei cimiteri, per garantire il mantenimento e la tutela dei beni reputati di interesse, il cui elenco poi verrà sottoposto all'attenzione della Sovrintendenza alle Belle Arti, per porre gli opportuni vincoli. In taluni casi, potrà essere valutata anche l’opportunità di dichiarare “monumentali” alcuni comparti dei cimiteri più vecchi in modo da garantire, in luogo della tutela del singolo manufatto, la tutela del “contesto”. Il progetto potrebbe inoltre svilupparsi ulteriormente andando a contemplare il recupero di luoghi di culto da destinare alla raccolta di memorie. In più abbiamo previsto un progetto per le scuole finalizzato ad implementare concretamente la schedatura archivistica e storica delle persone che, pur non appartenendo alla storia “celebrata” hanno comunque, in modo anonimo e modesto, contribuito a creare la società e la realtà attuali. Sarà un ulteriore contributo per fissare e poi tramandare, memorie, valori, curiosità, tratti particolari e tratti comuni”. E, proprio per fissare l’attenzione sulle piccole storie dei nostri cimiteri, è stato messo a punto e presentato nel corso della giornata di studio un opuscolo, dal sottotitolo molto significativo “Laboratorio per costruire tratti di microstoria locale”, all’interno del quale sono state indicate le sepolture e con esse le storie che emergono dal nostro passato. Molto interessanti anche gli interventi della Direttrice del Museo Archeologico Edina Regoli, che ha affrontato il tema delle sepolture e del culto dei morti in età etrusca, dell’Arch. Graziano Massetani e dei due collaboratori del progetto, Giangiacomo Panessa e Angela Porciani, che, dopo aver presentato il proprio lavoro, nel pomeriggio hanno proposto una visita virtuale ai cimiteri comunali, un laboratorio per ricostruire la storia di una famiglia e l’esame del linguaggio dei segni (epigrafi, foto, materiali, status). A conclusione della giornata – anche grazie al contributo degli esperti dell’Azienda Usl Bassa Val di Cecina - è stata affrontata la questione del cimitero per gli animali. “Abbiamo ritenuto di soffermarci anche su questo argomento – ha spiegato Mariani – che è comunque contemplato dal disegno di legge in materia funeraria ancora in discussione, per capire se risponde ai bisogni attuali della nostra comunità, legati alla solitudine materiale e sentimentale, quando la presenza dell’animale da affezione va a sostituire la presenza umana”.
Data di revisione/modifica: 16-01-2009
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