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Un pubblico numerosissimo ed attento ha seguito sabato 17 luglio, presso la Limonaia, nel parco del castello Pasquini, l’inaugurazione della mostra “Dai Macchiaioli agli Impressionisti, Il mondo di Zandomeneghi”, promossa dal Comune di Rosignano, insieme al Centro per l’arte Diego Martelli e in collaborazione con la Galleria d’arte moderna di Firenze. L’esposizione ripercorre in maniera inedita l’originale percorso pittorico dell’artista Federico Zandomeneghi, proponendo sessanta opere selezionate del pittore veneto, vicino ai Macchiaioli e poi agli Impressionisti, e di altri pittori delle due scuole, fra cui anche Paul Gaugain e Camille Pissaro, provenienti da importanti raccolte pubbliche e private. La mostra - la prima che la Toscana dedica a Zandomeneghi - rappresenta la quarta tappa di un percorso iniziato nel 2001, che attraverso mostre monografiche (già dedicate ad Abbati, Sernesi e Lega) e a tema, ha inteso esplorare aspetti ancora sconosciuti del movimento macchiaiolo ed i suoi legami con Castiglioncello. “Un percorso che intendiamo proseguire – ha sottolineato il Sindaco Alessandro Nenci - a conferma del fatto che per questa e per tutte le Amministrazioni precedenti la cultura non ha mai rappresentato un accessorio, ma un patrimonio da tutelare ed accrescere. Per questo il mio impegno, in qualità di nuovo Sindaco, sarà quello di non interrompere la strada già tracciata, ma anzi potenziarla per far sì che attraverso iniziative di altissima qualità come questa possano essere valorizzati anche i periodi più freddi dell’anno e che, grazie alle professionalità di cui disponiamo, possano essere scoperti nuovi giacimenti della cultura, legati anche alla letteratura, al cinema e ad altre forme d’arte. Un ringraziamento – ha concluso – va all’ex Sindaco Gianfranco Simoncini e all’ex Assessore alla Cultura Nicoletta Creatini, che hanno voluto e seguito questa splendida esposizione”. Alla curatrice della mostra, Francesca Dini, il compito di entrare nel vivo dell’esposizione, dopo gli interventi di Carlo Sisi, direttore della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, e del Prof. Cosimo Ceccuti, Presidente della Fondazione Spadolini Nuova Antologia. “Il nostro obiettivo – ha spiegato – è stato ancora una volta quello di indagare gli aspetti meno ovvi e più intriganti del mondo macchiaiolo, in rapporto anche ai suoi legami con i luoghi frequentati dagli artisti della macchia in Toscana e alle reazioni di questi ultimi ai contemporanei fermenti figurativi europei. Zandomeneghi è una figura interessantissima da questo punto di vista: nato a Venezia, appena ventenne decide di lavorare a Firenze ed incontra i Macchiaioli, che lo porteranno a frequentare la villa castiglioncellese di Diego Martelli. Lasciato Castiglioncello allo scoppio della Terza Guerra d’Indipendenza, vi fa ritorno in seguito, quasi come per purificarsi, per poi abbandonarlo definitivamente con il trasferimento in Francia, dove rimarrà fino alla morte, dopo essere entrato in contatto con i più grandi pittori impressionisti. Quelli di Zandomeneghi – ha concluso Dini – sono quadri che emanano la poesia del colore e che fanno trasparire chiaramente il suo caldo umanesimo”. E, in effetti, è pressoché impossibile rimane indifferenti di fronte alla vitalità del colore di Zandomeneghi e alla gentilezza con cui il suo pennello ha ritratto volti e corpi di signore e signorine dell’epoca. La mostra è strutturata su quattro distinte sezioni: la prima dedicata alle inevitabili suggestioni e concomitanze con l’attività di altri artisti (da segnalare il notissimo “La lettrice” nella solarità tipica della cosiddetta scuola di Castiglioncello); la seconda incentrata sulla mutazione di Zandomeneghi che tra il 1876 ed 1878 attua la sua svolta in senso “impressionista”, magnificamente emblematizzata da “A letto” e “Le Moulin de la Galette”; la terza dedicata ai dipinti nati a seguito della personale adesione di Zandomeneghi al movimento impressionista francese (tra cui “Il dottore”, Ritratto della madre” e “Femme au balcon”); la quarta infine nata per raccogliere i capolavori della produzione del pittore veneto (inclusi i magnifici “La conversation”, “La tasse de thé”, “Femme au miroir”). La mostra – come di consueto illustrata in un bel catalogo, contenente anche un intervento storico del Prof. Cosimo Ceccuti – rimarrà aperta fino al 31 ottobre. Da domani al 5 settembre sarà aperta tutti i giorni (escluso il lunedì) dalle 16 alle 24.
Data di revisione/modifica: 16-01-2009
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