Per la prima volta a Rosignano a prendere la parola nel corso di una cerimonia commemorativa importante – come quella che si è svolta questa mattina nel capoluogo per ricordare i sessant’anni della liberazione del paese – sono stati, insieme ai rappresentanti delle istituzioni, due giovani studenti dell’Itis Mattei, Davide Tonelli e Marco Ciulli, che hanno voluto raccontare alla cittadinanza le loro esperienze di giovani impegnati a compiere studi sulla Resistenza e a viaggiare nei luoghi dell’orrore dei campi di sterminio europei.
Una testimonianza che, forse più di altre, proprio per la giovanissima età dei relatori, ha colpito il pubblico, composto da rappresentanti delle istituzioni, gonfaloni, rappresentanti delle forze dell’ordine e comuni cittadini. La cerimonia ha avuto inizio alle 10 con il raduno di fronte alla sede del Palazzo Comunale ed il corteo, con la Filarmonica Solvay, che si è concluso in piazza Carducci di fronte al monumento ai caduti. “Vogliamo ricordare – ha sottolineato il Sindaco Alessandro Nenci – una storia fatta di tante piccole storie che hanno portato alla liberazione del nostro territorio e dell’Italia intera. E vogliamo farlo senza enfasi retorica, ma distinguendo con forza le vittime dai carnefici, gli aggrediti dagli aggressori, per consegnare alle generazioni future una storia vera, priva di ambiguità che potrebbero sovvertire l’interpretazione dei fatti e dei ruoli, cosicché possa essere costruita una forte e duratura cultura della pace”. Un fragoroso applauso è scattato al grido “W la Resistenza”, pronunciato al termine del suo discorso da Giacomo Luppichini, presidente della sezione locale dell’Anpi, che ha voluto ricordare il tributo di sangue pagato dalla comunità rosignanese: oltre 400 vittime cadute, tra militari e civili. “Grazie ad internet – ha precisato – abbiamo potuto ritrovare reduci americani che ci hanno parlato di scontri sanguinosissimi avvenuti sul territorio rosignanese”. E, prendendo spunto dagli interventi precedenti, Bino Raugi, presidente provinciale dell’Anpi, ha voluto sottolineare: “Questa è una giornata che il tempo non cancella, che è fatta per unire e non per dividere, una giornata di festa che vuole scuotere le coscienze, perché per costruire un futuro migliore bisogna partire dalla storia”. E così hanno fatto i due studenti dell’Itis Mattei che hanno preso la parola per raccontare le emozioni vissute durante i loro lavori di ricerca sul passato. “La resistenza e la liberazione – ha spiegato Davide Tonelli – mi sono sempre sembrate cose lontane finché non ho potuto visitare i luoghi in cui avvennero la lotta e le stragi e parlare con i partigiani ed i loro eredi. Così ho compreso che il ricordo del passato deve continuare a darci la forza di lottare sempre per la giustizia e la libertà”. E nei campi di sterminio la riflessione di questi giovani si è fatta ancora più profonda. “Dobbiamo ricordare – ha detto Marco Ciulli – perché l’orrore non si ripeta mai più, perché dal passato possiamo trarre la forza ed il coraggio per costruire un futuro di pace”.
TREDICI STORIE PER RICORDARE IL PASSATO:
“Memorie di libertà. Uomini e donne di Rosignano nella Resistenza”. Questo il titolo del volume che, sempre nell’ambito delle celebrazioni dell’11 luglio, è stato presentato venerdì sera nel cortile della Biblioteca Comunale, intitolata alla partigiana Marisa Musu. All’interno tredici storie, raccontate da personaggi locali e raccolte in oltre due anni di lavoro dal Presidente locale dell’Anpi Giacomo Luppichini e dalla Presidente della cooperativa Microstoria Angela Porciani. Nell’introdurre il libro il Sindaco Alessandro Nenci ha ribadito la volontà da parte dell’Amministrazione Comunale di dare il via ad un progetto più complesso di ricerca sul passato, che coinvolga anche le scuole e le associazioni, fino ad arrivare alla individuazione di un luogo fisico della memoria, in cui raccogliere le testimonianze del passato. Non a caso, ha sottolineato il Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana Ivan Tognarini, “Rosignano è un terreno fertilissimo di ricerca. Ci sono ancora molte storie da portare alla luce, legate anche alla fabbrica e al mondo dell’associazionismo. Solo a Rosignano infatti furono ben 100 i cittadini schedati nel casellario politico nazionale e questo si ricollega fortemente alla tradizione della nostra Regione: Firenze fu la prima città liberata, in Toscana ebbero luogo almeno 145 stragi o eccidi ufficialmente riconosciuti, 4.000 civili uccisi, anche se a mio avviso i morti furono almeno il doppio, e ben 2.000 donne impegnate nella Resistenza”. Il tutto a testimonianza di una passione civile e di un amore per la libertà e la democrazia che si ritrova chiaramente nei racconti dei tredici testimoni del libro: Ioris Bernardini, Vinicio Bernini, Leno Carmignoli, Almado Cecchetti, Ermanno Ciolli, Rosa Danesin, Italiano Domenico, Enzo Fiorentini, Aldo Pastacaldi, Aldo Petracchi, Carlo Saggini, Furio Spinelli e Brunero Vivoli.
Data di revisione/modifica: 16-01-2009