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Nonostante la serata fredda e ventosa, molti cittadini hanno seguito ieri sera in piazza Garibaldi la commemorazione dell’eccidio di Vada, compiuto il 20 giugno 1944 dalle truppe tedesche in ritirata. Un eccidio che vide la morte di quattro cittadini inermi, Ruggero Lupichini, Delfo Rofi, Elio Vanni e Ivo Vanni. La manifestazione, organizzata dal Comune in collaborazione con la sezione locale dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani), si è aperta sulle note e sulle canzoni proposte dalla Filarmonica Solvay. Ad introdurre la serata è stato Giacomo Luppichini, Presidente della sezione locale Anpi, che ha voluto ricordare innanzitutto la recentissima scomparsa di Tom Benettollo, Presidente Nazionale dell’Arci, e l’immancabile figura di Don Vellutini, uno dei protagonisti del tragico eccidio e poi della ricostruzione del nostro paese. “Di fronte ai numerosi tentativi revisionistici a cui oggi assistiamo – ha sottolineato Luppichini - dobbiamo reagire ricordando con forza tutti coloro che hanno lottato per la solidarietà, la libertà e la democrazia. Per questo, tra breve, pubblicheremo un libro di testimonianze sulla Resistenza e, parallelamente, andranno avanti le ricerche all’interno degli Archivi Comunali. La memoria della tragedia e del sacrificio – ha concluso – deve rimanere come monito per il futuro, soprattutto per le generazioni più giovani, che questa sera sono qui con noi per presentare i lavori svolti sul tema della resistenza”. Quest’anno infatti, per la prima volta, hanno preso parte alla manifestazione alcuni studenti delle scuole medie di Rosignano Solvay e di San Pietro in Palazzi, accompagnati dai Professori Francesconi e Lastrucci. La parola è passata poi al Sindaco Alessandro Nenci. “Siamo qui – ha detto – per ricordare una barbarie inutile e la figura di un sacerdote che è riuscito ad evitare una tragedia ben più grande. Ma soprattutto siamo qui per ricordare, affinché la memoria e la storia ci siano d’insegnamento anche per il presente ed il futuro. La guerra – ha voluto sottolineare con forza il Sindaco – è quasi sempre voluta dai potenti per interessi particolari, non ha mai prodotto condizioni migliori di quelle di partenza ed ha sempre generato sangue, dolore ed odi. Da qui nasce il monito, rivolto a noi ed in particolare ai più giovani: solo con la pace ed il dialogo è possibile creare un mondo migliore. Ed è seguendo questa convinzione che intendo amministrare il territorio di Rosignano. Un territorio – ha concluso – che merita di vivere in pace e serenità, in un mondo non segnato da sangue e violenza”.
Data di revisione/modifica: 16-01-2009
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