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Il sostegno attivo alle persone che fuggono da persecuzioni, conflitti e pericoli presenti nei Paesi di origine è certamente una questione di rilievo nazionale, ma grazie ad un lavoro di rete molto viene fatto anche a livello locale, all’interno dei singoli Comuni. Forte della sua esperienza nel campo dell’accoglienza, il Comune di Rosignano ha ospitato ieri presso il Castello Pasquini di Castiglioncello il convegno nazionale “La sfida della protezione. Comunità locali e diritto di asilo”, organizzato dal Consorzio Italiano di Solidarietà (Ics), in collaborazione con l’associazione Arci. “E’ stato un appuntamento molto importante – ha spiegato l’Assessore alla Solidarietà Fiamma Nesi – a cui hanno preso parte rappresentanti delle istituzioni e personalità di spicco del settore, che è servito per portare avanti una riflessione a tutto campo sul diritto d’asilo e le problematiche relative all’accoglienza di rifugiati, profughi e richiedenti asilo”. Nesi ha ripercorso le tappe dell’esperienza rosignanese, partendo dai primi interventi negli anni ’90, che poi si sono strutturati con l’adesione al Programma Nazionale Asilo, che per la prima volta in Italia – per iniziativa dell’Anci, dell’Alto Commissariato per le Nazioni Unite (Acnur) e del Ministero dell’Interno – ha istituito un servizio nazionale di protezione e accoglienza nei confronti di rifugiati, profughi e richiedenti asilo. “La strada fatta a livello locale e nazionale è molta – ha sottolineato l’Assessore – ma restano una serie di problemi aperti, di grosso rilievo”. Tra questi, come hanno sottolineato anche Gianfranco Schiavone dell’Ics, Vincenzo Striano e Filippo Miraglia dell’Arci, Daniela Consoli dell’Asgi e Loris De Filippi di Medici senza Frontiere: la mancanza di una legge organica sull’asilo, che attribuisca certezze nelle risorse e nelle modalità per gli interventi; la scarsità dei finanziamenti, dal momento che la rete nazionale si va allargando di anno in anno; e, non ultimo, la inaccettabile lentezza delle procedure per avere lo stato di rifugiato (si va dai 10 ai 18 mesi). Tutto questo fa sì che possano al momento essere date risposte a circa 2.000 persone, a fronte delle oltre 20.000 che richiedono aiuto. “Gli esclusi – ha sottolineato Nesi – soprattutto nelle grandi città vivono in condizioni di totale precarietà, senza la possibilità di avere un lavoro ed una casa. E’ una fetta di umanità sofferente che lasciamo fuori dalla porta. Certo – ha precisato – questo non accade direttamente a Rosignano. Sul nostro territorio, grazie all’attivazione di una rete locale, di cui l’Arci è parte importante, si è potuto dare risposte concrete. In questo senso un ringraziamento particolare va a tutti gli operatori, ai volontari, alla referente locale Luisella Mengozzi e al responsabile immigrazione per la Bassa Val di Cecina Riccardo Paini”. Questo ad ulteriore conferma del ruolo fondamentale che i Comuni - come ha ricordato anche Fabio Sturani, Sindaco di Ancona e responsabile Anci per l’immigrazione – possono e devono svolgere in ambito di politiche territoriali per la protezione e l’integrazione di rifugiati, profughi e richiedenti asilo.
Data di revisione/modifica: 16-01-2009
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