Domenica 28 marzo alle ore 21,00, presso castello Pasquini di Castiglioncello, si terrà l’atto unico di Kiki Franceschi “Isola”. Lo spettacolo, che è gratuito, è inserito nel calendario del “Marzo al femminile” promosso dalla Commissione Pari Opportunità del Comune di Rosignano.
Si tratta di un lavoro di un’artista livornese che vive da anni a Firenze. L’opera è ambientata nelle colline livornesi e rievoca la città ai primi del novecento. Non è tuttavia opera di costume, pur traducendo il clima e i sapori della Livorno che fu.
Giovanni Pasquini, ha scritto la musica, che eseguirà dal vivo al pianoforte, Massimo Tarducci e Lucilla Cracolici gli interpreti. Scene di Andrea Chiarantini, regia di Massimo Tarducci.
In questo nuovo atto unico l’autrice affronta il tema della solitudine e della ricerca di una qualità esistenziale autentica. Ricerca di se stessi e scavo dal di dentro, quell’operazione che i poeti spagnoli della generazione del 98 chiamavano “ensimismamiento”. Tommaso, poeta contadino, è ristretto nel manicomio criminale di Volterra perché ha ucciso accidentalmente, un paesano. La famiglia ha creduto di salvare se stessa dal disonore e lui dal carcere, facendolo internare come pazzo: Tommaso, un contadino che fa il poeta, è stravagante, improduttivo, scomodo. Nell’isolamento del manicomio Tommaso si perde dietro ai ricordi, si abbandona al sapore delle emozioni passate nel continuo, disperato dialogo- monologo con la moglie Isola che vive al Gabbro. Nel cortile cinto dall’alto muro grigio del manicomio, Tommaso ossessivamente scava l’intonaco. Scrive, incide, gratta il suo nome. Sonda il tempo, scava l’abisso. In quell’operazione riesce a sentirsi vivo, a trovare una giustificazione per vivere. Parla con l’altro da sé, sua moglie Isola, per trovare le motivazioni misteriose del suo fare poesia: l’amore per il mare, per la sua terra profumata, per la sua donna. Apprende poco a poco che la vita migliore degli uomini è quella che essi vivono nel segreto del loro cuore, quella che non si arrischiano a confessare neppure a sé stessi quella che rinchiudono in sé. L’interiorità è la solitudine che ci aspetta, che ci ha sempre aspettato. Tommaso scava le parole; vuole affermare il potere delle parole, quelle magiche che devastano e spezzano il filo della vita, quelle delle favole e della poesia, parole che si ammassano come matasse di serpi all’epoca degli amori, nella testa del poeta..
Data di revisione/modifica: 16-01-2009