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Si è svolta in questi giorni una riunione della Commissione Servizi alla Persona sulle tematiche dell'affido che è servita ad approvare – così come richiesto da una specifica mozione del Consiglio di qualche tempo fa – uno specifico "Percorso di promozione dell’affido familiare". Presenti all'incontro l'Assessore alla Solidarietà Fiamma Nesi, l'associazione delle Famiglie Affidatari e l'associazione Telefono Azzurro-Rosa. "L’Assessorato alla Solidarietà – ha chiarito Fiamma Nesi – insieme alla Commissione lavora da tempo sulla questione degli affidi, cercando proprio di mettere insieme tutti i soggetti interessati. L’impegno è quello di arrivare alla creazione di percorsi di accompagnamento delle famiglie, che svolgono una funzione tanto importante quanto delicata per l’accoglienza dei minori, spesso provenienti da situazioni difficili. Per questo c’è la necessità di una forma di accompagnamento e di formazione, così come sarà importante anche portare avanti una riflessione, tutti insieme, sull’aumento dell’istituzionalizzazione dei minori". L’ambito territoriale di intervento è l’intera zona della Bassa Val di Cecina. "E' volontà della AUSL – è scritto nella scheda di percorso approvata - usare questo progetto, proposto dalla Commissione, come sperimentazione. Se i risultati saranno positivi questo metodo sarà esteso a tutto il territorio gestito dalla AUSL n.6. Da subito verranno coinvolte anche le altre Amministrazioni Comunali della Bassa Val di Cecina dato che hanno una gestione dei servizi sociali associata". "La commissione – ha spiegato il Presidente Alessandro Conforti - dopo un approfondito dibattito sia al suo interno che con la Consulta del Volontariato ed in collaborazione con l'AUSL e gli assistenti sociali ha realizzato una bozza di percorso il cui obiettivo generale è quello di promuovere e rilanciare la cultura dell’affido familiare e potenziare le reti di protezione e solidarietà sociale nella comunità locale. Desidero esprimere tutta la mia soddisfazione per il lavoro fino ad ora svolto – ha sottolineato - che ha permesso una reale e fattiva partecipazione dei vari soggetti coinvolti, istituzionali e non. E’ già un grosso risultato aver ottenuto un accordo su un percorso condiviso che pone degli obiettivi importanti per migliorare il servizio. Primo fra tutti aver individuato come necessità la realizzazione di un protocollo d'intesa che istituzionalizza e chiarisce competenze e ruoli dei vari soggetti coinvolti". Due gli obiettivi specifici: 1) la definizione di un protocollo d'intenti di carattere generale sottoscritto da tutti i soggetti istituzionali e non, coinvolti nella realizzazione dell’istituto giuridico dell’affido, che specifichi obiettivi, ruoli e competenze di ognuno (questo sarà la base per la realizzazione di specifici protocolli per ogni caso di affido dove saranno specificati i soggetti coinvolti, i loro obiettivi e le loro funzioni); 2) la presentazione alla cittadinanza di un progetto che, pur riconoscendo la complessità dell’affido eterofamiliare, ne evidenzi la fattibilità attraverso un percorso partecipato e integrato tra tutti gli attori coinvolti nell’intervento. Tra i partner istituzionali: il Comune, la Ausl, la Regione, la Provincia ed il Tribunale per i Minorenni; mentre i partner non istituzionali sono rappresentati dalle famiglie affidatarie e dalle associazioni che hanno finalità di tutela dei minori e di promozione dell’affidamento. La scheda di percorso indica anche le azioni specifiche da realizzare per il raggiungimento dei vari obiettivi. Tra queste "la realizzazione di una iniziativa pubblica di carattere regionale da svolgere a Rosignano nel mese di aprile, che come obiettivo ha il lancio di questo progetto con un’ampia informazione su questa tematica; la creazione di un tavolo di lavoro, coordinato dal Centro Affidi della AUSL, che raccolga e raccordi tutti i soggetti coinvolti istituzionali e non (la finalità di questo tavolo dovrà essere l'individuazione delle criticità e delle opportunità nella realizzazione del progetto affido, attraverso sia un tavolo tecnico allargato alla commissione consiliare proponente ed una serie di incontri successivi di natura esclusivamente tecnica); l’organizzazione e realizzazione di un convegno aperto a tutta la cittadinanza per la presentazione del protocollo di intenti a carattere generale".
Data di revisione/modifica: 16-01-2009
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