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La celebrazione del settantunesimo anniversario della Liberazione di Rosignano Marittimo si è tradotto quest’anno in un concreto passaggio di testimone della memoria, elemento indispensabile per far sì che, a distanza di sette decenni e a fronte della scomparsa di molti protagonisti di allora, il ricordo non si vada perdendo. Hanno infatti appena 101 anni in tre i relatori che sabato 11 luglio hanno rammentato i tragici giorni del luglio 1944 ed hanno ricordato un’altra tragedia immane, di cui ricorreva il ventesimo anniversario, la strage di Srebrenica.
Parole sentite e profonde sono state pronunciate nel corso della cerimonia, proprio dai tre giovani relatori, il quarantenne Sindaco di Rosignano Alessandro Franchi, la Presidente del Consiglio Comunale, Caterina Giovani, appena 36 anni, ed il giovanissimo studente universitario Francesco Giuntini dell’Anpi, di soli 25 anni. E’ stata una bella sensazione per tutti i presenti, cittadini, autorità, rappresentanti delle associazioni e Consiglieri Comunali, ascoltare i tre interventi, prima della deposizione della corona di alloro al Monumento ai Caduti di Piazza Carducci.
“L’11 luglio – ha sottolineato il Sindaco – è una data importante per tutta la comunità, per la storia del Comune di Rosignano. Dopo 12 cruenti giorni di battaglia e numerosissime vittime, anche tra i civili, il nostro capoluogo, la “piccola Cassino”, fu liberato. Non possiamo però dimenticare che nelle settimane che precedettero l’atteso ritorno alla libertà e alla democrazia, i reparti nazisti in fuga commisero una serie di efferati assassinii ed eccidi, spesso senza alcun motivo: l’eccidio a Vada, gli omicidi di Goriano Gorini e Lio Picchianti, il rapimento e l’uccisione della famiglia Nocchi e l’orribile strage al Saracino. In più vorrei ricordare anche il sacrificio di Oberdan Chiesa e le vittime del bombardamento di Castiglioncello. Siamo grati a tutte queste persone che si sono sacrificate per garantire a noi una vita di libertà e democrazia. Certo il rispetto va a tutti i morti, ma c’è una differenza abissale tra chi ha combattuto per la dittatura e le leggi razziali e chi si è sacrificato per noi e per i nostri diritti. Diritti che dobbiamo tutelare anche oggi perché, senza memoria, ciò che è accaduto potrebbe ripetersi. Continua quindi ad essere nostro dovere reagire alla sopraffazione e all’indifferenza offrendo solidarietà a coloro che fuggono dalla fame, dalla miseria e dalle guerre. E – ha concluso – è sempre nostro dovere trasformare la memoria diretta di chi c’era in memoria collettiva, lavorando, come facciamo con il Progetto memoria, a partire dalle scuole”.
Poi la paraola è passata ad uno spigliato Francesco Giuntini dell’Anpi. “Ringrazio tutti i presenti – ha esordito – ed in particolare il Presidente locale dell’Anpi Giacomo Luppichini che mi ha dato oggi la possibilità di intervenire in ricordo della Liberazione di Rosignano. Una liberazione che dobbiamo al coraggio e al sacrificio di uomini e donne, di cui occorre mantenere sempre la memoria, perché anche e soprattutto il loro sacrificio ha garantito a noi i diritti fondamentali, sanciti nella nostra bella e preziosa Costituzione. I suoi articoli, ed in particolare i primi, devono sempre essere tenuti presenti, altrimenti corriamo dei seri rischi. Proprio come avvenne nel luglio del ’60, all’epoca del Governo Tambroni, quando ci furono insurrezioni ed attacchi ai manifestanti, con morti e feriti. In quel caso il Governo abdicò, dimenticò i valori della Costituzione, che anche oggi ricordiamo. Il nostro territorio ha pagato un caro prezzo prima di arrivare alla Liberazione – ha concluso – ed anche per questo vorrei lanciare un appello per conto dell’Anpi al nostro Sindaco affinché si adoperi per velocizzare la complessa procedura di richiesta di una medaglia per Rosignano”.
A chiudere la celebrazione la Presidente del Consiglio Comunale Caterina Giovani. “Il ricordo e la memoria – ha detto – non sono trattazioni storiche, sono strumenti concreti per avere sempre presenti certi valori e diritti universali. Valori che non sono stati acquisiti una volta e per sempre dopo la Seconda Guerra Mondiale, tanto che stragi terribili sono continuate ad accadere nel mondo e anche nella nostra Europa. Ricordiamo che oggi, settantunesimo anniversario della Liberazione del nostro territorio, cade anche il ventesimo anniversario del genocidio di Srebrenica, dove, davanti alla comunità internazionale silenziosa, oltre 8.000 persone, anche bambini, furono trucidate dalle milizie serbe e sepolte in fosse comuni, dove ancora oggi si continuano a cercare i resti delle vittime. Ed infatti – ha sottolineato – mentre noi siamo qui a ricordare la Liberazione del nostro territorio a Srebrenica trentasei feretri verranno tumulati, a distanza di 20 anni, tra cui anche alcuni sedicenni, che saranno sepolti con i padri. Per questo – ha concluso – non scordiamoci mai di ricordare”.