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L’inizio della calda estate del 1944 rappresentò per il territorio di Rosignano un momento tragico, segnato da una serie di eccidi, stragi e omicidi perpetrati dai nazisti in fuga. Il primo di questi fu l’eccidio di Vada, il 20 giugno 1944, in cui persero la vita quattro inermi cittadini, Delfo Rofi, Ruggero Lupichini, Elio e Ivo Vanni. Il Comune di Rosignano, come ogni anno, proporrà una serata di commemorazione in Piazza Garibaldi, a partire dalle ore 21.15, a cui tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.

 

“In Piazza Garibaldi – ha sottolineato il Sindaco Alessandro Franchi - ricorderemo il sacrificio di Elio, Ivo, Ruggero e Delfo, colpevoli soltanto di aver incrociato sul loro cammino dei brutali assassini, e quanto accadde in quel tragico giorno del giugno 1944. Ricorderemo anche Don Antonio Vellutini, grazie al cui coraggioso intervento una strage ben più ampia fu evitata. Questa commemorazione, come di consueto, è parte integrante di un più ampio “Progetto Memoria” che da anni stiamo portando avanti per mantenere viva la memoria di quanto è stato, soffermandoci sugli episodi che hanno segnato il destino della nostra comunità, e riflettere ancora una volta, oggi, sui valori della libertà e della democrazia”.

Il programma delle iniziative prevede che la commemorazione dell’eccidio di Vada si svolga domenica 21 giugno (il giorno dell’eccidio fu il 20 giugno 1944) a partire dalle ore 21.15, in Piazza Garibaldi a Vada. Quest’anno la celebrazione vedrà come protagonisti il Coro partigiano di Rosignano ed il Gruppo filarmonico “E. Solvay” che nel corso della serata si esibiranno con musiche e canzoni. Per riflettere sull’accaduto e rendere omaggio alle vittime interverranno il Sindaco Alessandro Franchi ed il Presidente dell’Anpi locale Giacomo Luppichini. Nel corso della cerimonia ci sarà infine la deposizione di una corona di alloro al cippo alla memoria ai caduti.

 

Ricordiamo ancora una volta la dinamica dell’eccidio di Vada, a cui seguirono sul territorio rosignanese nelle settimane successive altri eccidi, consumati con uguale ferocia per mano nazista al Saracino e all’Acquabona.

 All’alba del 20 giugno ’44 le SS della sedicesima divisione Reichsfurer entrarono nel paese e cominciarono un barbaro rastrellamento casa per casa. Uccisero quattro persone, semplici cittadini, senza alcuna motivazione, dopodiché radunano la popolazione nella piazza del paese. Qui i tedeschi ebbero un colloquio con Don Vellutini, il parroco di Vada, alla fine del quale non commisero altre violenze, se non quella di obbligare la folla a sfilare di fronte ai morti, esposti come esempio e tenuti lì davanti per moltissime ore. Un’azione intimidatoria, forse dovuta al fatto che a Vada era presente ancora una piccola comunità di cittadini non sfollati o forse causata dal fatto che il paese era stato l’unico a non aver subito a fondo i bombardamenti degli alleati. Resta il fatto che la tragedia del 20 giugno avrebbe anche potuto assumere dimensioni molto più ampie se i cittadini di Vada non avessero, nonostante tutto, mantenuto la calma e soprattutto se non ci fosse stato un comportamento esemplare come quello di Don Vellutini, il quale, parlando con i tedeschi, riuscì ad evitare che all’assassinio dei quattro giovani vadesi e alla barbarie dell’esposizione dei loro cadaveri da parte delle SS, si sommasse un sacrificio ancora più grande della popolazione.

Data di revisione/modifica: 18-06-2015
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