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Ricorre venerdì 20 giugno il settantesimo anniversario dell’eccidio di Vada, che costò la vita a quattro inermi cittadini, Delfo Rofi, Ruggero Lupichini, Elio e Ivo Vanni. Il Comune di Rosignano, come ogni anno, proporrà una serata di ricordo in Piazza Garibaldi, a partire dalle ore 21.15, a cui tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.

 

         Il programma delle iniziative, “Per non dimenticare …”, costruito anche per la cerimonia che si è svolta il 15 giugno, prevede che la commemorazione dell’eccidio di Vada si svolga a partire dalle ore 21.15, in Piazza Garibaldi a Vada, e con la partecipazione dell’associazione Laboratorio musicale Bacchelli. Nel corso della cerimonia ci sarà la deposizione di una corona di alloro al cippo alla memoria ai caduti ed interverranno il Sindaco Franchi ed i rappresentanti dell’Anpi nazionale e locale.

Ricordiamo ancora una volta la dinamica dell’eccidio di Vada, a cui seguirono sul territorio rosignanese nelle settimane successive altri eccidi, consumati con uguale ferocia per mano nazista al Saracino e all’Acquabona.

 All’alba del 20 giugno ’44 le SS della sedicesima divisione Reichsfurer entrarono nel paese e cominciarono un barbaro rastrellamento casa per casa. Uccisero quattro persone, semplici cittadini, senza alcuna motivazione, dopodiché radunano la popolazione nella piazza del paese. Qui i tedeschi ebbero un colloquio con Don Vellutini, il parroco di Vada, alla fine del quale non commisero altre violenze, se non quella di obbligare la folla a sfilare di fronte ai morti, esposti come esempio e tenuti lì davanti per moltissime ore. Un’azione intimidatoria, forse dovuta al fatto che a Vada era presente ancora una piccola comunità di cittadini non sfollati o forse causata dal fatto che il paese era stato l’unico a non aver subito a fondo i bombardamenti degli alleati. Resta il fatto che la tragedia del 20 giugno avrebbe anche potuto assumere dimensioni molto più ampie se i cittadini di Vada non avessero, nonostante tutto, mantenuto la calma e soprattutto se non ci fosse stato un comportamento esemplare come quello di Don Vellutini, il quale, parlando con i tedeschi, riuscì ad evitare che all’assassinio dei quattro giovani vadesi e alla barbarie dell’esposizione dei loro cadaveri da parte delle SS, si sommasse un sacrificio ancora più grande della popolazione.

 

Rosignano Marittimo, 18 giugno 2014

 

Data di revisione/modifica: 18-06-2014
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