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Il Sindaco, Alessandro Franchi, la presidente del Consiglio Comunale Lucia Croce, ed i Capigruppo Consiliari, Francesco Fornai del PD, Niccolò Gherarducci del Gruppo Comunista – Federazione della Sinistra, Francescalberto De Bari de Il Cambio, Angela Porciani di Rosignano Democratica e Socialista, hanno sottoscritto una nota di solidarietà al Ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge in seguito alle offese subìte dal Vicepresidente del Senato Roberto Calderoli. La nota verrà inviata al Ministro Kyenge, ai Presidenti e ai Capigruppo di Camera e Senato.
"Il Consiglio Comunale di Rosignano Marittimo, per tramite della Commissione dei Capigruppo, è concorde e unanime nell’esprimere la piena solidarietà al ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge in seguito alle offese subìte dal vicepresidente del Senato Roberto Calderoli. A ragione ci uniamo alle parole del presidente della Repubblica riguardo all’imbarbarimento che tali atteggiamenti comportano alla vita politica e sociale del nostro Paese.
Dobbiamo con rammarico evidenziare che sin dal proprio ingresso nel Governo, il ministro Kyenge è stata costantemente vittima di insulti razzisti, talvolta addirittura presentati quali legittime posizioni politiche, sia da personalità appartenenti alle Istituzioni, sia da molti cittadini, mentre su internet abbondano le campagne d’odio nei suoi confronti, ritenuta emblema della crisi del nostro Paese.
In realtà a emergere è solo la profonda intolleranza ancora presente nella nostra società, spesso troppo indulgente nei confronti di atteggiamenti e affermazioni diffusi nella vita quotidiana. In molti casi il razzismo, piuttosto che dalla scelta di paradigmi criminali, deriva direttamente dall’ignoranza culturale, ossia dall’incapacità di accettare la diversità per l’indisposizione al confronto, dal predominio dei pregiudizi, dall’ottusità della pigrizia intellettuale, o dalla semplice indifferenza.
Le manifestazioni di razzismo sono sempre più presenti in Italia, dagli stadi alle strade, trovando nella crisi economica e sociale il giusto appiglio per emergere. La verità, però, è che non esiste congiuntura che possa giustificare l’odio sulla base del colore della pelle: tentare di spiegare l’inevitabilità, seppur contingente, del razzismo tramite chiavi di lettura socio-politiche significa solo provare a legittimarlo. Questo anche perché l’intolleranza è frequentemente una pratica subdola, che transita silenziosamente nella vita quotidiana, tramite barzellette, modi di dire e comportamenti magari in buona fede o apparentemente innocenti, ma in realtà retaggio di altre epoche o di un sentimento comune discriminante.
Lottare contro il razzismo significa innanzitutto lottare contro noi stessi, per l’apertura verso l’esterno e il superamento della tendenza a rifugiarsi dentro la propria cittadella alla vista della diversità di pelle, di religione, di genere o di condizione psicofisica. E per riuscire ad accettare la molteplicità, è necessario cominciare sin dai gesti minuti di ogni giorno, per giungere al contrasto su ampia scala dei grandi crimini, mantenendo fermezza e intransigenza – in questo caso fondamentale – nella repulsione di ogni forma di discriminazione, dovunque essa sia, chiunque ne sia la vittima, chiunque ne sia l’autore".