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 Il Comune di Rosignano Marittimo continua ad investire in cultura scegliendo di proseguire con la tradizione delle grandi mostre estive presso il castello Pasquini di Castiglioncello. Quest'anno infatti dal 20 luglio al 6 ottobre le sale del castello accoglieranno la mostra “Mario Schifano 1960-1970” con 80 opere di uno dei più affermati artisti della pittura contemporanea italiana.

                 L'esposizione, che verrà inaugurata sabato 20 luglio alle ore 17.30 e che è patrocinata dalla Regione Toscana e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è stata presentata questa mattina nel corso di una conferenza stampa a cui hanno preso parte il Sindaco Alessandro Franchi, il curatore della mostra Luciano Caprile, il Dirigente del Settore Servizi alla persona Vincenzo Brogi e la Responsabile del Servizio Cultura Valeria Tesi. “In un momento di crisi – ha introdotto Brogi – e quindi di enorme calo dei consumi culturali, il Comune di Rosignano, insieme ad Armunia e alla Fondazione Marconi, ha dedicato una mostra ad un artista contemporaneo di fama internazionale, concentrando l'attenzione sul suo periodo di più significativo, dal 1960 al 1970”. “Proprio mentre il degrado, economico, sociale e culturale, attorno a noi cresce – ha spiegato il Sindaco Alessandro Franchi – è indispensabile investire sulla cultura poiché questa va ad incidere sulla qualità del nostro essere e quindi della nostra vita. Quest'anno proponiamo una mostra estiva diversa dagli anni passati e apriamo un'altra finestra sulla pittura contemporanea, dopo la mostra del 2010 su Baj e le esposizioni invernali proposte dall'associazione Il valore del segno. Mi auguro che sia colto ancora una volta l'obiettivo di una proposta culturale stimolante, capace di far riflettere e di arricchire. La mostra, che abbiamo realizzato grazie alla collaborazione con la Fondazione Marconi, Luciano Caprile e Armunia e alla sponsorizzazione di Fondazione Cassa di Risparmio di Livorno, Rea e Corriere della Sera, andrà avanti fino ad ottobre e questo permetterà anche alle scuole di visitarla e di conoscere le opere di Mario Schifano”.

                A Valeria Tesi e al curatore Luciano Caprile il compito di entrare nel merito delle opere dell'artista. “E' importante – ha detto la Responsabile del Servizio Cultura – lavorare sugli artisti italiani del secondo Novecento poiché, al di là della godibilità, possono darci delle chiavi di lettura della complessità contemporanea. Mario Schifano è uno di questi artisti. Personaggio trasgressivo e scomodo, ma vero e lucido nel suo discorso artistico, si è confrontato con un mondo che cominciava ad essere dominato dalla televisione e dalla pubblicità, cercando sempre di asserire e salvaguardare il suo ruolo di artista”. “Gli anni dal 1960 al 1970 – ha spiegato Luciano Caprile – sono per Schifano gli anni della consacrazione, in Italia, ma anche all'estero, soprattutto negli Stati Uniti, dove ebbe  modo di confrontarsi anche con la pop art. Il decennio viene inaugurato dai “monocromi” che richiamano lo schermo, cinematografico e televisivo. L'idea del riquadro e dello schermo gli apparterrà, in forma poi di finestra, fino alla fine. Poi passa ai segni iconici della pubblicità, Esso e Coca Cola. Verranno quindi i “paesaggi anemici”, “il futurismo rivisitato”, “le palme e le stelle”, come richiamo alla natia Libia, per approdare infine ai “paesaggi tv”, ovvero a quelle immagini televisive che riempivano il suo studio pittorico. Schifano – ha concluso – ha capito come l'artista del suo tempo doveva entrare nel mondo”.

                La mostra rimarrà aperta fino al 6 ottobre tutti i giorni (eccetto lunedì) con questo orario: fino all'8 settembre dalle 17 alle 24, dal 10 settembre al 6 ottobre dalle 10 alle 18. Per informazioni: ufficio cultura del Comune di Rosignano Marittimo, tel. 0586/724395-724496, c.fantoni@comune.rosignano.livorno.it e c.bellucci@comune.rosignano.livorno.it; Centro per l'arte Diego Martelli, tel. 0586/759012 (in orario mostra).

 

IL PERCORSO ESPOSITIVO

 

“Il percorso espositivo raccoglie circa 80 opere, presentate in ordine cronologico.

La prima sala espositiva è dedicata ai monocromi, che si propongono subito con due smalti su carta intelata intitolati Congeniale (del 1960) e Vero amore incompleto (del 1962), in cui il colore compatto occupa totalmente o in parte la superficie delimitata da un riquadro, che idealmente rimanda a uno schermo televisivo o cinematografico.

Verso la fine del 1962 compaiono nelle opere di Schifano dettagli della realtà urbana, segni iconici (come i marchi “Esso” e “Coca Cola”) a rammentare le ricorrenti, tipiche pubblicità della contemporanea società dei consumi. Schifano, che in quegli anni si divide tra Roma e New York, affronta i temi della “pop art” e li rielabora con spirito autonomo e ironico.

Il 1963 annuncia la presenza dei “paesaggi anemici”: racconti di visioni appiattite, dove lo spettro cromatico si impoverisce e ogni elemento descrittivo si annulla. Ha affermato in proposito Maurizio Fagiolo Dell’Arco: “Niente cielo, niente tramonto, niente panorama; o meglio, il fantasma del panorama, del tramonto, del cielo”.

La sala successiva è dedicata alla serie del “futurismo rivisitato”, dove la celebre fotografia del gruppo d’avanguardia si presta a infinite variazioni interpretative. Di particolare rilievo il grande smalto su carta intelata del 1965 dal titolo Camminare, che riprende idealmente il tema del movimento di “Bambina che corre sul balcone”, un dipinto concepito da Giacomo Balla nel 1912. Inoltre si può ammirare Spazio, sempre del 1965, che proietta nei tentativi di conquista del cosmo l’anelito espansivo del movimento marinettiano.

La produzione del 1967 si concentra in particolare sui paesaggi stellati e sulle “palme”. Così l’artista recupera lo spirito della terra natale attraverso toni squillanti e antinaturalistici. Per lui la palma è un simbolo di appartenenza. Invece la sequenza denominata Tuttestelle non rimanda a una contemplazione del cielo, ma alle luci riflesse dalle insegne dei locali notturni che Schifano riproduce sulla tela usando sagome stellate su cui interviene con spray fluorescenti.

L’ultima sala espositiva è dedicata alla serie Compagni Compagni del 1968, in cui slogan rivoluzionari fanno da sfondo a personaggi che impugnano la falce e il martello.

In chiusura si incontrano i “paesaggi TV”, concepiti tra il 1969 e il 1970. Queste immagini di fatti significativi e spesso drammatici, trasmessi dalla televisione, vengono riportate da Schifano su tela emulsionata e sottoposte a un intervento pittorico. Questo il commento dell’artista: “Naturalmente ciò che mi interessava non era la cultura della TV, ma la cultura dell’immagine della televisione”.

Per approfondire questo aspetto, l’esposizione sarà accompagnata dalla proiezione dei film realizzati dallo stesso Schifano e delle interviste da lui rilasciate  nel corso degli anni”.

    

Data di revisione/modifica: 20-07-2013
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