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No ad ogni genere di violenza, no al femminicidio. Volendo significare esattamente questo messaggio, la bellissima frase di Wallenberg “Una persona può fare la differenza”, che è stata stampata su T-shirt di colore nero, campeggerà domani, giovedì 18 luglio, nelle stanze della sede comunale del Castello, nella sala consiliare, ma anche negli uffici, laddove Amministratori Comunali e dipendenti del Comune decideranno di indossarla.

 

Si tratta di una manifestazione collettiva del pensiero del tutto nuova per il Comune di Rosignano, voluta dal Sindaco e dalla Presidente del Consiglio Comunale. “L’iniziativa - hanno sottolineato Alessandro Franchi e Lucia Croce – ha visto anche il coinvolgimento della Commissione Pari Opportunità e del Consiglio Comunale, ma anche delle RSU, che ne hanno apprezzate le finalità. Domani indosseremo queste magliette per dire chiaramente che siamo contro ogni genere di violenza e per sensibilizzare chi ci sta attorno sulla terribile questione del femminicidio. Così come Raoul Wallenberg, che si adoperò per salvare migliaia di ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale, riteniamo che ciascuno di noi possa fare la differenza”.

Domani quindi la maglietta sarà indossata da tutti gli Amministratori ed i dipendenti della sede comunale del Castello che lo vorranno. L’iniziativa inoltre è stata illustrata ai rappresentanti delle RSU per individuare anche una modalità di coinvolgimento di tutti i dipendenti del Comune che condividono il messaggio. E’ stato perciò deciso che a settembre, al rientro delle ferie estive, l’iniziativa sarà diffusa e chi lo vorrà, in qualunque ufficio, potrà indossare la maglietta con la scritta “Una persona può fare la differenza”.

Ricordiamo che Raoul Wallenberg, diplomatico e filantropo svedese, il cui nome è inserito fra quelli dei “Giusti tra le Nazioni”, consegnò a molti ebrei dei certificati con bandiera svedese e stemma della corona di Svezia (i cosiddetti passaporti Wallenberg) che permisero loro di salvarsi dalle deportazioni. Istituì anche cucine da campo, ospedali, orfanatrofi e scuole per gli ebrei ungheresi superstiti e negli ultimi giorni di guerra sventò il piano nazista di far esplodere due ghetti, salvando così circa 100.000 persone. Nel 1945 fu imprigionato dalle truppe sovietiche e di lui non si seppe più nulla. Il suo nome oggi appare anche nel Memoriale dei Giusti nel cortile della sinagoga di Budapest.

Data di revisione/modifica: 17-07-2013
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