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E’ stata una bella festa di popolo quella che ieri sera ha animato la celebrazione della liberazione di Rosignano Marittimo e l’intitolazione di una strada al primo Sindaco eletto di Rosignano Garibaldo Anguillesi. Insieme al Sindaco Alessandro Franchi e al Presidente locale Anpi Giacomo Luppichini erano presenti anche i nipoti del primo Sindaco di Rosignano, Enrico Genovesi, Maria Cristina e Tiziana Anguillesi, in rappresentanza dei rispettivi genitori, Mirella e Cirano, figli di Garibaldo.

 

Dapprima si è svolta la cerimonia in ricordo della liberazione del capoluogo, seguita dall’apposizione di una corona di alloro al Monumento ai Caduti di piazza Carducci, poi l’intitolazione ufficiale della strada a Garibaldo Anguillesi. Oltre ai rappresentanti delle forze dell’ordine e delle associazioni, erano presenti anche la Presidente del Consiglio Comunale Lucia Croce, il Vicesindaco Daniele Donati e l’Assessore Luca Agostini. “Ricordiamo oggi – ha spiegato Luppichini – la liberazione di Rosignano che avvenne l’11 luglio del 1944. Fu pagato un prezzo altissimo, con oltre 350 vittime civili, poiché ci fu un’ostinata resistenza da parte dei tedeschi. Parallelamente vogliamo ricordare il primo Sindaco eletto di Rosignano, Garibaldo Anguillesi, poiché furono proprio lui e quelli della sua generazione a ricostruire il paese. Gli alleati si meravigliarono molto quando trovarono le giunte comunali dei Comitati di liberazione nazionale già insediate che cercavano di liberare le strade dai cadaveri e di ripristinare quel minimo necessario alla sopravvivenza”. “Oggi - ha sottolineato - stiamo vivendo un momento di crisi pesante e certi potentati economici affermano che sarebbe necessario abolire le Costituzioni antifasciste. L’Anpi non ci sta perché la nostra Costituzione è nata sulle macerie di un Paese devastato dalla dittatura fascista. W la Resistenza, W Garibaldo Anguillesi”.

“Siamo qui a ricordare – ha detto il Sindaco Alessandro Franchi – tutti coloro che ci hanno permesso di vivere in un Paese libero, democratico e in pace. La Liberazione di Rosignano portò con sé innumerevoli tragedie, i civili caduti durante i bombardamenti ed i combattimenti e quelli uccisi dalla barbarie nazi-fascista nelle tre settimane che precedettero la liberazione: il 20 giugno a Vada l’uccisione di Delfo Rofi, Ruggero Lupichini, Elio e Ivo Vanni, il 2 luglio la strage del Saracino, il 25 giugno il rapimento e l’uccisione di Goriano Gorini, nei giorni successivi l’uccisione di Lio Picchianti ed il 5 luglio il massacro della famiglia Nocchi. Per non dimenticare abbiamo segnato il territorio con cippi e lapidi dove ogni anno facciamo una sorta di pellegrinaggio laico con le scuole, perché ancora oggi è importante avere gli anticorpi giusti e scongiurare il rischio dell’indifferenza. In questo stesso contesto si inserisce l’intitolazione della strada a Garibaldo Anguillesi, primo Sindaco democraticamente eletto il 10 novembre 1946. La sua fu una legislatura importante di ricostruzione, anche sociale. La Rosignano che Anguillesi si trovò ad amministrare era un Comune ancora devastato dal passaggio della guerra, sia per la furia distruttiva dei tedeschi in ritirata sia per i bombardamenti alleati. Case e strade distrutte, famiglie costrette a dormire tra i ruderi, fame, freddo, malattie. Ricostruzione e disoccupazione erano allora le parole d’ordine. Senza dimenticare l’importanza dell’istruzione. E infatti il Sindaco Anguillesi tra le mille cose da fare avvio gli interventi per le scuole di Castiglioncello, di Gabbro e di Rosignano Marittimo e l’istituto di avviamento professionale di Rosignano Solvay e progettò i  lavori per la scuola a Vada. E poi il rifacimento di tutto ciò che la guerra aveva distrutto: strade, fognature, ponti, acquedotti e impianti di depurazione. Senza contare la triste, ma indispensabile demolizione delle case pericolanti. A lui  dobbiamo il nostro grazie”.

Insieme ai tre nipoti, Enrico Genovesi, Maria Cristina e Tiziana Anguillesi, il Sindaco ha poi scoperto il cartello stradale con il nome di Garibaldo Anguilessi. “Quando mio nonno morì – ha testimoniato Genovesi – avevo dieci anni, ma ricordo ancora tutti gli onori che gli furono tributati e la grande partecipazione della popolazione di Rosignano”. “Io invece ero più grande – ha detto Maria Cristina Anguillesi – ed ho trascorso con lui molto tempo. Parlava molto e mi raccontava cercando di trasmettermi i valori dell’onestà, dell’amore per il prossimo e della correttezza. A voi nonni dico: passate del tempo con i vostri nipoti e raccontate loro le vostre storie affinché anche i vostri valori vengano assimilati”.

Data di revisione/modifica: 15-07-2013
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