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Domani, giovedì 11 luglio, ricorre il sessantanovesimo anniversario della liberazione di Rosignano Marittimo dall’assedio nazifascista. Una liberazione che, anche nelle descrizioni dei resoconti degli alleati e nei racconti dei partigiani, fu particolarmente difficile e cruenta, tanto che Rosignano Marittimo fu ribattezzata all’epoca “piccola Cassino”. Per celebrare la ricorrenza il Comune ha voluto anche quest’anno ricordare uno dei grandi protagonisti della Rosignano democratica del dopo guerra: domenica 14 luglio infatti si terrà l’intitolazione di una strada a Garibaldo Anguillesi, primo Sindaco eletto del nostro territorio.
La cerimonia avrà luogo a partire dalle 21.15 in Piazza Carducci a Rosignano Marittimo. Verrà scoperta la targa che indica il nome della strada intitolata a Garibaldo Anguillesi - quella che collega la stessa piazza Carducci al parcheggio sottostante e all’area feste – e ci saranno gli interventi del Sindaco Alessandro Franchi e del Presidente locale dell’Anpi Giacomo Luppichini, dopodiché verrà apposta una corona in ricordo dei caduti. Alla liberazione di Rosignano si arrivò infatti dopo 12 giorni di incessanti bombardamenti e violente battaglie e lunghi mesi di terrore e di sangue che lasciarono sul nostro territorio anche numerose vittime civili. Ricordiamo che nelle tre settimane precedenti di quell’inizio estate del 1944 il nostro territorio fu teatro di episodi tragici ed efferati da parte dei nazi-fascisti: il 20 giugno a Vada l’uccisione di Delfo Rofi, Ruggero Lupichini, Elio e Ivo Vanni, il 2 luglio la strage del Saracino, il 25 giugno il rapimento e l’uccisione di Goriano Gorini, nei giorni successivi l’uccisione di Lio Picchianti ed il 5 luglio il massacro della famiglia Nocchi.
Poi arrivò la battaglia per la liberazione di Rosignano Marittimo. Secondo quanto riportato nei resoconti dell’Esercito degli Stati Uniti dal Colonnello Schildroth e dal Capitano Nabity, i combattimenti ebbero inizio il 3 luglio con il 3° ed il 1° Battaglione che avanzarono attraverso Vada. I primi contatti con il nemico dimostrarono che i tedeschi avevano deciso di fare una salda resistenza sulla città. Piccoli fuochi d’armi si svilupparono in intensi combattimenti ed il nemico con una posizione di osservazione eccellente fece largo uso di pistole, artiglieria e mortai. Dopo una forte opposizione nemica e difficoltà causate dal terreno, gli uomini che guidavano il terzo battaglione entrarono in città con successo, con i carri armati che guidavano l’attacco; ma le perdite furono consistenti. La battaglia per la città divenne via via più pesante man mano che il nemico, organizzando i rinforzi, si raggruppava e contrattaccava. I cecchini abbondavano. Un numero considerevole di civili era rimasto in città, dato che i violenti combattimenti impedivano ogni fuga. Molti vennero uccisi e feriti e i partigiani che aiutavano gli alleati nei combattimenti ne rimuovevano il più possibile. Al tempo della cattura della città c’era infatti la paura che i numerosi morti sparsi sulle strade potessero causare un’epidemia e Rosignano venne interdetta a tutte le truppe, tranne quelle costrette a rimanervi. Gli attacchi americani furono rinnovati l’11 luglio e, dal tardo pomeriggio, il nemico fu respinto. Rosignano Marittimo era stata finalmente liberata.