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  Dal Sindaco Alessandro Franchi una lettera aperta alle scuole per commemorare il Giorno del Ricordo, in memoria delle vittime delle Foibe.

 

"Il 10 febbraio è un giorno per ricordare, per raccontare, per capire e condividere la memoria dopo troppi anni di silenzio.

   Con la Legge N. 92 del 30 marzo 2004 la Repubblica Italiana ha istituito il "Giorno del ricordo in memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale e concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati ". Scopo del riconoscimento del Giorno del Ricordo è quello di "conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale" (articolo 1, comma 1).

   La terribile pagina di storia a cui fa riferimento il Giorno del Ricordo è quella che interessò i territori dell'Istria abbandonata, a partire dall'autunno del '43, dopo l’armistizio, fino al 1947, quando furono rastrellate, deportate e uccise migliaia di persone, per lo più italiani, dai partigiani dell'esercito di Tito. Ma fu nel 1945, durante i quaranta giorni dell'occupazione jugoslava, dall'ingresso di Tito il primo maggio, fino all'arrivo delle truppe anglo - americane a metà giugno, che la carneficina raggiunse l'apice dell'orrore. I partigiani slavi gettarono nelle foibe, fosse rocciose profonde fino a 200 metri, un numero impressionante di cittadini italiani considerati "nemici del popolo". Furono arrestati fascisti, anti-fascisti e partigiani, cattolici ed ebrei, uomini, donne, vecchi e bambini, secondo un disegno che prevedeva l'epurazione attraverso torture, fucilazioni e infoibamenti, dove la violenza fu a dir poco efferata.  La persecuzione, avvenne in una sorta di "terra di nessuno" vicina al confine, sottoposta all'amministrazione jugoslava.

   Purtroppo quella terra di nessuno è rimasta tale anche nel percorso della memoria.

   Ancora oggi, dopo tanti anni, non ci sono cifre ufficiali relative alle vittime delle foibe, ma sicuramente migliaia furono coloro che caddero in una tanto orrenda persecuzione. A tutte e tutti loro dobbiamo l’impegno nella ricerca della verità e nel raccontare ciò che è stato, per ricordare una pagina di tragica storia dell’umanità che è stata vergognosamente a lungo oscurata.

   Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il 10 febbraio del 2007 così si espresse: “…va ricordato l'imperdonabile orrore contro l'umanità costituito dalle foibe e va ricordata  la "congiura del silenzio", la fase meno drammatica, ma ancor più amara e demoralizzante dell'oblio. Anche di quella non dobbiamo tacere, assumendoci la responsabilità dell'aver negato, o teso a ignorare, la verità per pregiudiziali ideologiche e cecità politica, e dell'averla rimossa per calcoli diplomatici e convenienze internazionali. ».

   Le Istituzioni, la scuola, ogni cittadino che voglia concorrere alla costruzione di un futuro di pace non possono che far tesoro di queste parole, pesanti come macigni e straordinariamente chiare, perché non accada mai più e perché mai più sia negata anche la dignità del ricordo alle vittime di una violenza tanto inaudita."

 

                                                                               Alessandro Franchi

 

Data di revisione/modifica: 10-02-2013
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