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"Il 4 novembre celebriamo l’unità nazionale e le forze armate. Per la verità la data ricorda innanzitutto la fine della prima guerra mondiale, avvenuta dopo anni terribili e cruenti, segnati dalla morte di quasi 700.000 soldati, spesso poco più che ragazzi.

A distanza di tanti anni quale significato può ancora avere ricordare quel lontano 4 novembre?

Viviamo ormai da tempo immersi in una condizione di crisi che tarda a lasciare intravedere spiragli di luce. Le difficoltà crescenti delle famiglie, delle imprese e delle Istituzioni, unite alla  comprensibile diffidenza verso la politica e la gestione della cosa pubblica, rischiano di allentare quel sentimento di unità che sta alla base del nostro essere nazione e ancor prima del nostro essere comunità. E’ invece in periodi difficili come questi che si rende necessario recuperare un forte senso di appartenenza, di unità nazionale, che non può che nascere dal riscoprire la storia che ci ha portato fino a qui, fatta purtroppo di guerre e di totalitarismo, ma anche di lotte per  la conquista della democrazia, di partigiani e di Resistenza; fatta da una Costituzione che continua ad essere tra le più belle al mondo e della quale dobbiamo andare  orgogliosi.

Nella stessa occasione si celebrano anche le forze armate. Oggi il nostro esercito è impegnato nel mondo, in terre dove popoli stremati da anni di guerra e miseria non godono dei minimi diritti civili e sono talvolta a rischio di sopravvivenza, ma, pur nel rispetto di tali missioni, non è su questo che voglio soffermarmi, quanto piuttosto sull’attività quotidiana di donne e uomini in divisa che svolgono funzioni di ausilio, specie in situazioni di disagio e pericolo. Il lavoro svolto dalle nostre forze armate in occasione di recenti catastrofi, una per tutte il terremoto che ha colpito l’Emilia, è stato encomiabile e lo è quello svolto senza clamori e con costanza in svariati ambiti, a sostegno della coesione e della sicurezza del popolo italiano.

Per tutto questo vale ancora la pena di ricordare quel lontano 4 novembre, perché è una data che permette di aggregare, di evocare unione, solidarietà e capacità di guardare fuori dal nostro comodo egoismo.

Concludo rivolgendo un pensiero, per questo 4 novembre, al concittadino Gino Bindi che ci ha recentemente lasciati. Giovanissimo soldato è stato per quattro anni in  guerra e per tutta la vita, fino alla fine dei suoi giorni, ha continuato a raccontarne ai giovani la crudeltà e l’inutilità. Lo ricordiamo con la sua divisa rossa da Garibaldino in prima fila in ogni manifestazione istituzionale e con ancor più affetto lo ricordiamo attorniato da decine di bambini attentissimi ad ascoltarlo mentre narra la sua  storia e legge loro la Costituzione.

Buon  4 novembre a tutti noi ! "

Data di revisione/modifica: 02-11-2012
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