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Il Sindaco Alessandro Franchi ha firmato oggi il provvedimento n. 25 del 24/10/2012 ad oggetto “Revoca dell’Assessore Luca Simoncini” e ha disposto in merito una nota che si riporta di seguito.
“Ho disposto oggi la revoca della nomina ad Assessore di Luca Simoncini.
Sono arrivato alla firma del provvedimento con rammarico e solo al termine di un periodo davvero lungo durante il quale Sindaco e Giunta hanno provato in ogni modo a ricomporre una situazione a dir poco inopportuna e sgradevole, provocata solo ed esclusivamente dall’Assessore, con una gestione personalistica delle sue attribuzioni.
La revoca è l’ultimo atto di una vicenda che, insieme ad altre, è stata per intero generata da Simoncini e dei cui effetti questi è il solo ed unico soggetto a doversi assumere la responsabilità.
In queste settimane ho ritenuto di non uscire pubblicamente sull’argomento, nel tentativo di trovare con l’Assessore una soluzione ragionevole, per ristabilire un clima di serenità e per rimediare ad un comportamento che sottoscritto e Giunta avevano scoperto con incredulità; comportamento che non poteva che creare situazioni di difficoltà tecnica e amministrativa e di imbarazzo politico. Niente è valso per recuperare un minimo livello di condivisione e coesione con la Giunta e si è quindi appalesato il venir meno del rapporto fiduciario alla base della nomina ad Assessore.
Il problema non è l’aver concesso una stanza alla Misericordia, ma l’aver preso una decisione personale che nemmeno il Sindaco, da solo, avrebbe potuto assumere: affidare uno spazio pubblico, peraltro già in uso per varie attività, con modalità che un amministratore che è parte di un organo collegiale non può utilizzare, dovendo garantire massima trasparenza e rispetto delle regole e del buon senso, per perseguire l’interesse generale della collettività. Il tutto è stato invece maturato senza confronto preventivo con il sottoscritto e gli altri membri dell’esecutivo e senza alcuna verifica con gli uffici competenti, allo scopo di accertare quantomeno la fattibilità tecnica di ciò che andava a fare.
Non posso però limitarmi a stigmatizzare tale modus operandi. L’aspetto forse più grave e indecoroso dell’intera vicenda è l’evidente strumentalizzazione del mondo del volontariato che ne è derivata.
La Misericordia di Gabbro è una grande e nobile realtà del nostro Comune che non meritava certo di essere “vittima” di questa incresciosa storia, con tutte le implicazioni, in parte grottesche e in toto imbarazzanti e sgradevoli che si sono susseguite. Le associazioni di volontariato che operano nel soccorso e nell’assistenza ai cittadini sono per questa Amministrazione, tutte e al pari, una risorsa da preservare. Compito dell’Istituzione è di favorire la loro massima coesistenza e collaborazione, non certo di attuare comportamenti che favoriscano assurde dispute e inconcludenti polemiche.
Luca Simoncini ben conosce, in virtù della delega al patrimonio che gli era stata conferita, la difficoltà e lo sforzo quotidiani nel conciliare le richieste delle tante associazioni che fortunatamente operano nel Comune con la scarsità di sedi pubbliche a disposizione. Sempre abbiamo provato a trovare soluzioni utili nel segno dell’equità e della ragionevolezza. Mai nessuno, prima d’ora, aveva rotto in modo così poco istituzionale questo equilibrio, generando dubbi sull’imparzialità dell’azione amministrativa e mettendo alla berlina l’autorevolezza dell’intera Amministrazione.
Infine, ma non ultimo, e proprio per non lasciare sul campo pericolosi equivoci, voglio soffermarmi sullo spiacevolissimo indugiare che c’è stato sull’apposizione di simboli religiosi, di cui tanto e a sproposito si è parlato. Chi voglia essere in buona fede, ben sa come questa Amministrazione abbia sempre collaborato con soddisfazione e convincimento alle attività che i diversi soggetti e organismi religiosi hanno messo in campo per fornire servizi e aiuto ai cittadini e come, altrettanto volentieri, non abbia mai fatto mancare la propria presenza, quando invitata ad eventi da questi organizzati, nel riconoscimento del radicato sentire religioso e delle tradizioni popolari nella nostra comunità. Ciò è avvenuto e avverrà nella piena consapevolezza dell’importante opera di sussidio alla coesione sociale e al sostegno a molti, offerta dalle Istituzioni religiose, spesso complementare a quella della Pubblica Amministrazione, ma garantendo sempre la condizione di laicità dell’Istituzione pubblica.
Laicità che è un dovere per l’Ente Comune e che è un diritto che deve serenamente essere garantito ad ogni singolo cittadino, di qualsiasi convinzione spirituale e ideologica, nella frequentazione di una sala pubblica ad uso non esclusivo, quale quella in questione.
Chi mai potrebbe pensare che si sia voluta condurre una assurda e inconcepibile crociata contro i simboli della religione cattolica, anziché chiedere un cortese e ragionevole rispetto di una regola connessa all’uso corretto di una sala pubblica polifunzionale?
Compito del Sindaco e della Giunta è quello di portare avanti con efficacia il programma sulla base del quale sono chiamati a governare e possono farlo con coesione e volontà di massima collaborazione, senza personalismi e senza atteggiamenti volti alla ricerca del consenso ad ogni costo, anche oltre regole minime di etica e di buona amministrazione.
Chi reiteratamente mostra di non condividere tale convincimento, non può far parte di questa Giunta.”