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Alla luce dei molti interventi ed articoli apparsi negli ultimi giorni sulla stampa locale e in considerazione della necessità di informare e fare assoluta chiarezza sulla vicenda della realizzazione del ponte sul fiume Fine, il Sindaco Alessandro Franchi e la Vicesindaco e Assessore ai Lavori Pubblici Lilia Benini hanno ritenuto opportuno intervenire con una nota per precisare ogni singolo passaggio della vicenda, anche per consentire a tutti di avere le informazioni esatte.
“Per meglio chiarire tutta la questione dei lavori di realizzazione del ponte sul Fine, occorre procedere con ordine sull’evolversi degli eventi. I lavori di realizzazione del ponte sul fiume Fine sono stati appaltati nell’anno 2008 all’impresa Deanco Costruzioni a seguito di una regolare gara di appalto. Il fatto che questa impresa sia la stessa che ha realizzato il sottopasso di via Forlì non ha alcun nesso con tale opera – come invece spesso si è detto - in quanto il sottopasso è un progetto redatto, appaltato e finanziato da Ferrovie dello Stato (al Comune di Rosignano non è costato niente), mentre il ponte sul Fine è un progetto redatto ed appaltato dall’Amministrazione Comunale per un importo di circa 3.500.000 euro. E’ solo un caso che la Deanco Costruzioni si sia aggiudicata entrambi gli appalti.
Con la risoluzione del contratto con la ditta Deanco, il vecchio progetto con le relative migliorie offerte in sede di gara, tra cui la pista provvisoria, non esiste più, per cui l’Amministrazione Comunale si è trovata di fronte, suo malgrado, ad affrontare una nuova contrattazione per i soli lavori residui necessari per portare a compimento l’opera. D’altra parte si calcoli che su un appalto di 2 milioni e 400mila euro questa pista da 60mila euro rappresentava un’ulteriore offerta di sconto sulla gara da parte della Deanco. E’ chiaro che la ditta, seconda classificata nella gara, che ha accettato il completamento dei lavori per un importo complessivo di circa 120mila euro non può, per ovvie ragioni economiche, offrirci anche una pista da 60mila euro, che significherebbe il dimezzamento della somma totale.
Più volte è stato detto che il cantiere è stato chiuso per mesi: anche su questo argomento occorre fare chiarezza. La ditta Deanco ha abbandonato il cantiere senza motivi nel mese di maggio e l’ufficio tecnico si è immediatamente adoperato per la messa in mora secondo le procedure previste dalla Legge. A seguito del persistere dell’inadempienza contrattuale della ditta, l’ufficio ha avviato le procedure per la risoluzione del contratto che si sono concluse alla fine di settembre. Ricordiamo che la legge sui Lavori Pubblici prevede che per portare a compimento i lavori si possono intraprendere due diverse soluzioni: la prima è quella di indire una nuova gara, con tutte le conseguenze sui lunghi tempi necessari per l’espletamento; la seconda è quella di rivolgersi al secondo classificato della gara originaria chiedendogli la disponibilità ad eseguire la rimanente parte del contratto ai prezzi offerti dall’aggiudicatario originario. Per arrivare quanto prima alla conclusione dei lavori, in modo da scongiurare il degrado delle opere realizzate e limitare quanto più possibile il danno subito, abbiamo optato per la seconda soluzione. Alla fine di settembre quindi sono stati affidati i lavori di completamento al secondo classificato e lunedì 3 ottobre gli stessi sono iniziati. In considerazione delle procedure e dei tempi previsti dalla legge per la risoluzione contrattuale ed il successivo nuovo affidamento, il tempo trascorso di soli quattro mesi è da ritenersi veramente breve ed impensabile all’inizio dell’avvio delle procedure. Solamente chi non è a conoscenza delle norme che regolano gli appalti di lavori pubblici può pensare che tali tempi siano eccessivamente lunghi.
Con la soluzione intrapresa, seppure consapevoli del disagio arrecato ai cittadini dei Polveroni, ed in particolare alle due attività economiche ivi presenti, contiamo di concludere i lavori entro l’inizio dell’inverno, fermo restando che, sulla base del programma dei lavori previsto in accordo con l’impresa, l’apertura al traffico della nuova viabilità è prevista per il 19 novembre, evitando così inutili e gravosi costi aggiuntivi a carico della collettività. In occasione di una ulteriore assemblea, in programma per il 13 ottobre, intendiamo comunque valutare eventuali soluzioni finalizzate a ridurre il disagio dei cittadini e delle attività economiche presenti ai Polveroni.
Per completare il quadro veniamo infine alla viabilità collegata ai lavori del progetto dell’autostrada. Il Comune, nell’esprimere parere favorevole al primo lotto “Rosignano - S. Pietro in Palazzi” ha impartito delle prescrizioni sulla viabilità secondaria del tutto organiche e rispettose dell’ambiente: tali prescrizioni sono state recepite dal CIPE in sede di approvazione del progetto dell’autostrada e saranno realizzate a cura e spese di SAT senza alcun onere per i cittadini di Rosignano. Queste le opere di viabilità che saranno realizzate da SAT a suo totale carico: ampliamento sede stradale e adeguamento raggi di curvatura del tratto di strada a monte del nuovo ponte sul Fine fino alle Morelline; realizzazione della bretella ai Polveroni e completamento dei viali di circonvallazione di Vada (in sostituzione della viabilità alternativa inizialmente prevista da SAT che sarebbe stata di scarsa utilità per i cittadini e con un notevole impatto sul territorio); realizzazione, nell’ambito del secondo lotto dell’autostrada, di un cavalcaferrovia che collega la costruenda bretella dei Polveroni con la ex Aurelia, andando ad eliminare l’attuale sottopasso su via dei Polveroni. Con la realizzazione delle opere sopra elencate si verrà ad ottenere una viabilità adeguata e conforme alle nuove normative che collega Rosignano Solvay e l’area artigianale delle Morelline con la nuova viabilità prevista a S. Pietro in Palazzi per l’accesso all’ospedale e al nuovo casello autostradale, senza andare a congestionare il centro di Vada.