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In occasione del “Giorno del ricordo” - che verrà celebrato domani, 10 febbraio, in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata - il Sindaco Alessandro Franchi ha scritto ed inviato alle scuole del territorio (Primo e Secondo Circolo Didattico, Scuole Medie Fattori e Isis Mattei) una lettera, rivolta agli studenti, per sottolineare l’importanza del ricordo di una tragedia che ha colpito duramente il nostro Paese per costruire un futuro in cui mai più si debba assistere a persecuzioni e pulizie etniche.

 

“Un riconoscimento troppo a lungo mancato, un dramma negato per ideologia. Quello del Giorno del Ricordo è precisamente un solenne impegno di ristabilimento della verità". Così il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano si è espresso alcuni anni fa nel consegnare una medaglia d'oro ai parenti di cittadini italiani uccisi nell'ambito della persecuzione scatenata dalle milizie titine tra Trieste e Fiume alla fine della seconda guerra mondiale: le foibe.

La terribile pagina di storia a cui fa riferimento il Giorno del Ricordo è quella che interessò,  a partire dall'autunno del '43 subito dopo l'armistizio, l'Istria abbandonata dai soldati italiani e non ancora controllata dai tedeschi, dove furono rastrellate, deportate e uccise migliaia di persone, per lo più italiane, gettate  spesso ancora vive nelle fosse rocciose delle montagne carsiche, profonde fino a 200 metri, dai partigiani slavi dell'esercito di Tito.

Il massacro delle foibe raggiunse l’apice dell’orrore durante i quaranta giorni dell'occupazione jugoslava nel 1945, dall'ingresso di Tito il 1 maggio fino all'arrivo delle truppe anglo - americane a metà giugno. I rastrellamenti avvennero senza distinzioni politiche, razziali ed economiche, seguendo le direttive di eliminare i fautori del nazionalismo. Furono arrestati fascisti, anti-fascisti e partigiani, cattolici ed ebrei, uomini, donne, vecchi e bambini, industriali, agricoltori, pescatori, poliziotti e carabinieri, militari e civili, secondo un disegno che prevedeva l'epurazione attraverso torture, fucilazioni e infoibamenti. Tutto ciò avvenne in una “terra di nessuno” vicina al confine, sottoposta all’amministrazione jugoslava e l’efferatezza delle violenze determinò l’esodo della popolazione italiana dall’Istria.

A distanza di decenni non ci sono ancora cifre ufficiali relative alle vittime delle foibe, ma ciò che conta per tutti noi e soprattutto per voi, giovani cittadini italiani ed europei, è la portata di questa tragedia, che è importante possiate approfondire storicamente per conoscerne le cause e le dinamiche, per evitare che in futuro qualunque essere umano si possa ritrovare protagonista, vittima o carnefice, di storie di persecuzione, come purtroppo da allora già molte volte, anche di recente – pensiamo al massacro di Srebrenica – è accaduto.

Da anni questa Amministrazione è impegnata a ricostruire e ricordare la nostra storia del ‘900, perché resti viva la memoria delle atrocità passate e perché il sacrificio delle donne e degli uomini che si sono opposti ai totalitarismi e alla negazione delle libertà cammini con le vostre gambe. Il 10 febbraio è un giorno per ricordare,  per raccontare, per capire la memoria rimossa dopo anni di ingiustificabile silenzio”.

Data di revisione/modifica: 09-02-2011
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