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Nonostante il gran freddo in molti questa mattina al Lillatro hanno voluto rendere omaggio alla memoria del giovane antifascista Oberdan Chiesa, fucilato per rappresaglia il 29 gennaio 1944, dei milioni di vittime della Shoah e di tutti coloro che hanno sofferto a causa della barbarie del totalitarismo e della guerra. Per loro oggi anche la presenza di un picchetto di onore dei Carabinieri vestiti in alta uniforme, del Vicepresidente del Senato Vannino Chiti e del Prefetto di Livorno Domenico Mannino.

 

Con loro il Sindaco Alessandro Franchi, gli Assessori rosignanesi, il Presidente della sezione locale dell'Anpi Giacomo Luppichini, molti Sindaci e Assessori dei Comuni della Bassa val di Cecina e della Provincia di Livorno, tanti rappresentanti delle forze dell'ordine e delle autorità militari, delle associazioni combattentistiche, ma anche studenti e molti semplici cittadini, accolti al loro arrivo dalle struggenti note della colonna sonora del film “La vita è bella” suonate dalla Filarmonica Solvay. Ad introdurre le celebrazioni è stata l'esibizione della Schola Cantorum con “Va pensiero” ed alcune canzoni partigiane che hanno avuto il merito di riportare alla mente dei presenti quella fredda mattina di 67 anni fa, quando Oberdan Chiesa fu fucilato dai fascisti, e quella ancor più fredda giornata del 27 gennaio 1945, quando i soldati sovietici aprirono i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz, emblema supremo dell'orrore nazista, dove milioni di persone, anche bambini, persero la vita perché ebrei soprattutto, ma anche zingari, diversamente abili, omosessuali, oppositori politici. “Sono due date piene di significato - ha detto il Sindaco Franchi – che da sempre vogliamo ricordare insieme. La memoria e la storia sono gli unici due strumenti che abbiamo per impedire il ripetersi di queste tragedie perché un popolo che dimentica è un popolo che non ha futuro. Per questo motivo le giovani generazioni devono sapere e conoscere. Sono appena rientrato da Auschwitz, dove ancora oggi l'emozione sopraffa ogni cosa. Ma quando ho visto gli occhi degli studenti in pellegrinaggio, commossi e silenziosi, ho capito che da quel luogo di terrore e di barbarie può nascere la speranza per il domani”. Da Giacomo Luppichini dell'Anpi è venuto invece un accorato appello per l'unità nazionale. “Stiamo vivendo una crisi profonda nel nostro Paese – ha detto – e ai nostri confini il mondo prende fuoco. In un momento così difficile è fondamentale sentirsi uniti. L'unità nazionale – ha sottolineato tra gli applausi dei presenti - non si tocca! Quella di Oberdan Chiesa, così come quella di Pietro Gori,  fu una generazione che, seppur tra le differenze ideologiche, dette tutta se stessa per l'unità, la libertà e la democrazia”.

Ospite d'onore della commemorazione è stato quest'anno il Senatore Vannino Chiti. “Il giovane Oberdan Chiesa – ha esordito – fu ucciso per vile rappresaglia e un milione e mezzo di bambini ebrei, insieme milioni di giovani, adulti e vecchi, ebrei e non, furono sterminati in nome del terrore e del disprezzo della persona per il dominio assoluto. Ecco perché occorre trasmettere la memoria e insieme ad essa anche i valori. Abbiamo fatto un errore pensando che questi valori fossero ormai acquisiti per sempre. I valori vivono soltanto se vengono trasmessi, in primo luogo dalla famiglia e poi soprattutto dalla scuola, dove gli articoli fondanti della Costituzione dovrebbero essere insegnati fin dalle elementari, come avviene negli Stati Uniti. Non si può difendere la Costituzione senza conoscerla. La nostra è tra l'altro una grande Costituzione, molto attuale, che mette al centro la persona, con i suoi diritti e i suoi doveri, che ci chiede di non chiudere gli occhi di fronte ai fenomeni del razzismo, alle ingiustizie, alle criminalità, allo spreco di risorse. Diceva Calamandrei che la Costituzione per vivere ha bisogno di partecipazione e quindi l'indifferenza alla politica è pericolosa. Ecco – ha concluso – io credo che noi abbiamo oggi due impegni: trasmettere i valori della democrazia e manifestare responsabilità e impegno nella vita politica”.

Al termine dell'intervento del Senatore Chiti la consegna di due medaglie d’onore della Presidenza del Consiglio dei Ministri ai familiari di due cittadini  deportati in campi di internamento. Una medaglia d’onore è stata consegnata dallo stesso Chiti a Cesira Bernardelli per il padre, l’internato militare Antonio Bernardelli, che fu nel campo di internamento di Lukenwalde in Germania dal 9 settembre 1943, giorno successivo all’armistizio, fino al 14 maggio del 1945. L’altra medaglia di onore invece è stata consegnata dal Prefetto Mannino a Daniele Paroli per il padre Pierino Paroli, anche lui internato militare, dal settembre 1943 al 1 maggio 1945 presso il campo di internamento di Mitterdorf in Austria.

A conclusione della commemorazione due studenti rosignanesi hanno deposto la corona di alloro al momento eretto in onore di Oberdan Chiesa.

 

Data di revisione/modifica: 31-01-2011
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