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In un auditorium di Piazza del Mercato gremito di studenti delle classi quinte dell’Isis Mattei di Rosignano la Signora Hanny Kugler Weiss, sopravvissuta della Shoah, ha raccontato per due ore, con grande lucidità e puntualità, la tragedia da lei vissuta in prima persona della deportazione nel campo di Auschwitz-Birkenau. Con questo primo appuntamento, promosso dall’Istoreco - Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea nella Provincia di Livorno, si è aperto ufficialmente il programma delle iniziative dedicate al Giorno della Memoria e al ricordo della morte del giovane antifascista Oberdan Chiesa, la cui celebrazione si terrà sabato 29 gennaio alla presenza del Vicepresidente del Senato, Sen. Vannino Chiti.

 

Ad introdurre e a sottolineare l’importanza della testimonianza della Signora Kugler Weiss sono stati l’Assessore alle Politiche Sociali e Educative Elena Ciaffone, la Presidente dell’Istoreco Laura Bandini ed il Presidente della sezione locale dell’Anpi Giacomo Luppichini. “La trasmissione della memoria – hanno sottolineato – è fondamentale per avere piena coscienza del presente e del futuro”. La parola è poi passata alla Signora Weiss che ha vissuto la terribile esperienza del campo di Auschwitz-Birkenau quando aveva appena 17 anni. Ha narrato la sua storia con grande precisione, sforzandosi di descrive ai ragazzi in sala anche i più piccoli dettagli legati al suo sentire di ragazzina. “Fummo arrestati nel maggio del ’44 – ha spiegato – mentre con mia madre, le mie due sorelle e i miei nonni cercavamo di scappare in Svizzera. Dopo una breve sosta a Fossoli fummo caricati tutti su un vagone merci di un treno con destinazione ignota. Abbiamo trascorso sette giorni in quel vagone con altre 80 persone: si sentivano preghiere, lamenti, pianti di bambini, ma io cercavo di non ascoltarli e noi ragazzi passavamo le ore a cantare mettendo parole nostre sulle arie delle opere. Era un modo per non piangere. E lì abbiamo iniziato a patire la fame. Una fame feroce che poi è continuata nel campo”. Poi l’arrivo ad Auschwitz. La terribile selezione che la separa dalla mamma, dalla sorellina più piccola e dai nonni, lasciandola sola con la sorella più grande, anche lei giudicata abile al lavoro e quindi salvata. “All’interno del campo – ha detto – il tempo ha ritmi diversi: si sa soltanto che c’è il giorno e c’è la notte, nulla più. Ma la cosa più difficile da sopportare è la fame, peggio ancora delle botte perché il dolore prima o poi passa, la fame no. Si diventa deboli, i muscoli scompaiono, non si riesce più ad alzare i piedi, si strisciano a terra. E poi arriva l’ultimo stadio, quando non hai più fame e non mangi più e dunque muori. Anche io ero certa che avrei fatto questa fine o almeno lo speravo perché volevo morire di morte naturale, non nelle camere a gas. Quando il campo è stato liberato il 29 gennaio del ’45 io non ero più in grado di comprendere: che cosa avemmo fatto? Dove saremmo andate? Sia io che mia sorella ci siamo salvate, non abbiamo preso parte alla cosiddetta marcia della morte organizzata dai tedeschi con l’evacuazione del campo e nel settembre del ’45 ci hanno fatto rimpatriare”. Un racconto dettagliato ed agghiacciante che i giovani studenti hanno ascoltato in silenzio e con attenzione.

L’incontro con la Signora Kugler Weiss è stato il primo appuntamento del programma di iniziative legate al “Giorno della Memoria” e al ricordo di Oberdan Chiesa, il giovane livornese che il 29 gennaio 1944 fu ucciso sulla spiaggia del Lillatro per un’assurda rappresaglia. Come ogni anno il Comune di Rosignano ha scelto di legare i due avvenimenti, data la singolare coincidenza di date e la comunanza dei valori, ricordando quindi il giovane Chiesa insieme ai milioni di vittime della Shoah e a quanti hanno sofferto a causa della barbarie del totalitarismo e della guerra. Quest’anno ospite delle celebrazioni nella giornata di sabato 29 gennaio sarà il Vicepresidente del Senato, Sen. Vannino Chiti.

Data di revisione/modifica: 17-01-2011
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