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Nell'anno europeo della “Lotta alla povertà e all'esclusione sociale” il Comune di Rosignano, attraverso Europe Direct in collaborazione con Eurodesk, ha promosso una bella iniziativa - che si è svolta nell'auditorium di Villa Celestina - dedicata alla testimonianza diretta del lavoro che l'organizzazione medico-umanitaria “Medici Senza Frontiere” porta avanti nel mondo da quasi 40 anni per combattere malattie e povertà. Ad introdurre l'incontro è stata l'Assessore alle Politiche Sociali Elena Ciaffone. “Povertà e volontariato – ha sottolineato – vanno di pari passo nel mondo ed anche a livello locale, nel senso che molto spesso il volontariato è in prima linea per combattere miserie e disagi. Seppur in un contesto di grande attenzione e di assistenza continua, anche nel nostro territorio non mancano segnali forti di crescente povertà tra la popolazione. Basti pensare che negli ultimi tempi è aumentato in modo esponenziale il numero degli sfratti per morosità e parallelamente il numero dei disoccupati”.

Ben più gravi e drammaticamente numerosi i problemi che affliggono tanti Paesi nel mondo dove, oltre alla miseria, ci sono guerre e sopraffazioni che vanno avanti da anni, spesso dimenticate dall'opinione pubblica. E' il caso della Repubblica Democratica del Congo: uomini uccisi e donne sistematicamente stuprate per un conflitto tra i gruppi armati dei Mai Mai, i soldati e le forze dell'ordine. O il nord dell'Uganda dove dal 1986 c'è una guerra che ha portato alla morte di oltre 150mila persone e al rapimento di 10mila bambini che poi nella foresta vengono addestrati e costretti a diventare “bambini soldato”. Due video intensi e drammatici, uno dei quali girato dal regista Wim Wenders per “Medici Senza Frontiere”, hanno fatto scoprire alla platea di Villa Celestina la sofferenza e la disperazione delle popolazioni di questi Paesi dove l'organizzazione umanitaria invia i propri volontari. Tra questi anche il Dott. Giuseppe Soriani, chirurgo d'urgenza, che, dopo aver spiegato le finalità e le modalità d'azione di “Medici Senza Frontiere”, ha raccontato e ha mostrato le immagini delle sue missioni in Sri lanka, Iraq e Sudan. “Gli scenari – ha detto – sono sempre gli stessi: paesi distrutti, persone ammalate e disperate, malnutrizione che colpisce soprattutto i bambini e le terribili mine anti-uomo”. Il Dott. Soriani ha effettuato tanti interventi di amputazione degli arti per lo scoppio delle mine anti-uomo. “Sì – ha spiegato – perché le mine antiuomo sono concepite per ferire gravemente la persona, non per ucciderla. E poi ci sono gli ordigni esplosivi creati appositamente per i bambini: piccoli, colorati e micidiali. La curiosità li spinge a raccoglierli e dopo qualche secondo esplodono. In situazioni estreme e drammatiche come quelle dove noi operiamo, spesso senza luce, con pochissimi medicinali, con un rischio di infezioni altissimo, è necessario compiere delle scelte. Un chirurgo di guerra deve fare il meglio per il maggior numero di persone possibile”. E' la triste realtà della guerra e della povertà. Viviamo in un mondo dove, anche in assenza di conflitti, ben due miliardi di persone non hanno accesso alle cure sanitarie e dove 15 milioni di persone ogni anno muoiono a causa di malattie infettive. Per questo Medici Senza Frontiere opera anche in campo sociale e logistico, per promuovere vaccinazioni, visite ambulatoriali nei villaggi più sperduti e realizzazioni di acquedotti e infrastrutture. Un impegno di volontariato e solidarietà che a Medici Senza Frontiere ha portato anche un meritato Premio Nobel per la Pace. 

Data di revisione/modifica: 06-12-2010
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