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“Un luogo … una storia”. Questo è il titolo di una serie di conferenze organizzate dal Museo Archeologico di Rosignano Marittimo per il mese di dicembre su temi di storia e di archeologia che riguardano il nostro territorio, inserito nel più ampio contesto della Toscana settentrionale costiera. Si tratta di incontri itineranti che si terranno il 5, l’11 ed il 18 dicembre in luoghi diversi, i più “vicini” agli argomenti affrontati.
I tre incontri, seppur assai distanti tra loro sia per i temi che per i periodi affrontati, rientrano tutti in quei filoni che il Museo – accanto ovviamente agli altri enti coinvolti, Università e Soprintendenza in primis – sta approfondendo da anni sia a livello di ricerca che di divulgazione e didattica: il mare, le rotte ed i commerci ed il Medioevo.
Domenica 5 dicembre, al Centro Nautico di Vada, alle ore 17.30 la Prof.ssa Pasquinucci ed i suoi collaboratori (S. Menchelli e P. Sangriso) parleranno dei risultati delle ultime campagne di scavo a San Gaetano di Vada e dell’importante ruolo che il centro di Vada Volaterrana svolse nei traffici mediterranei di età romana negli oltre sei secoli di vita del quartiere portuale in corso di scavo.
Sabato 11 dicembre, al Museo, il Dott. Simone Collavini, del Dipartimento di Storia Medievale dell’Università di Pisa, ci porterà nel Medioevo. Un’interessante serie di documenti di fine XII secolo che riporta liti e controversie sui confini tra gli abitanti del Castello di Rosignano Marittimo e quelli del Castello di Castiglioncello, getta nuova luce sull’ambiente, la società, le professioni e l’economia dei cosiddetti ‘secoli bui’ in questo angolo di Maremma.
Sabato 18 dicembre, in collaborazione con Marina Cala de’ Medici, al ReNoir, la dott.ssa Pamela Gambogi e il Dott. Sergio Bargagliotti, del Nucleo Subacqueo della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, ci parleranno dello scavo e della valorizzazione del relitto del piroscafo Polluce, speronato e naufragato nel 1841 a largo dell’Elba con il suo ricchissimo carico di monete e gioielli. Ad un infruttuoso tentativo di recupero effettuato all’indomani del naufragio dal suo stesso armatore (il genovese Raffaele Rubattino, cui proprio in questi giorni è stata dedicata un mostra nella sua città ove sono esposti tra l’altro molti reperti del Polluce), ha fatto seguito nel 2000 un vero e proprio atto di pirateria e saccheggio ad opera di una società inglese che era riuscita a trafugare un’ingente quantità di gioielli. Gli sforzi congiunti dei Carabinieri e di Scotland Yard hanno portato al recupero del materiale rubato, mentre la Soprintendenza Toscana ha potuto indagare scientificamente il relitto, recuperando il resto del carico e valorizzandolo. Merita solo un cenno il fatto che sulle secche di Vada nel 1875 sia naufragato un ‘gemello’ del Polluce, il piroscafo Australia, dello stesso cantiere navale.