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Anche il Comune di Rosignano Marittimo aderirà all’iniziativa – promossa da Federculture (Federazione delle aziende dei servizi pubblici locali per la cultura), Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e Fai (Fondo Ambiente Italiano) – “Porte chiuse, luci accese sulla cultura” in programma per venerdì 12 novembre con la chiusura al pubblico del Museo Archeologico e della Biblioteca Comunale. Si tratta di una mobilitazione nazionale in difesa del diritto alla cultura, per manifestare attraverso la chiusura delle strutture culturali un “no” fermo contro la Legge 122 che avrà degli effetti dirompenti sul mondo culturale italiano.

“Questa volta – si legge nel comunicato diffuso da Federculture - non si tratta solo di tagli, pur molto consistenti (circa 280 milioni tra tagli diretti al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, decurtamento del Fus e dei trasferimenti statali agli enti culturali, cui si aggiungono le riduzioni a carico delle amministrazioni locali che, secondo prime stime, potrebbero pesare sul settore per circa 800 milioni di euro nel prossimo biennio), ma di un combinato di articoli contenuti nella legge, la cui applicazione disegnerà un quadro generale nel quale l’intervento pubblico dovrà fare totalmente marcia indietro, rinunciando di fatto alla possibilità di attuare politiche culturali, sia a livello nazionale che regionale e locale. (…). Associazioni e aziende si mobiliteranno, dunque, per sensibilizzare l’opinione pubblica, il mondo politico e il Governo innanzitutto rispetto alla necessità di modificare quegli articoli della manovra che altrimenti assesteranno un durissimo colpo alla cultura italiana, ma anche per riaffermare il valore del settore e l’esigenza di valorizzarlo adeguatamente. (…) Avranno in particolare conseguenze disastrose sul sistema culturale italiano - questo l’allarme lanciato dai promotori della mobilitazione - le norme che dispongono un tetto di spesa per l’organizzazione delle mostre pari al 20% di quanto speso dall’amministrazione nel 2009, tagliando di fatto dell’80% le risorse (Art. 6, commi 7, 8, 9, 12 e 13), quelle che obbligano i comuni sotto i 30.000 abitanti allo scioglimento delle società dagli stessi costituite (Art. 14, comma 32) ed infine quelle che fissano limiti alla composizione dei consigli di amministrazione, ostacolando la partecipazione dei privati alla gestione delle aziende culturali (Art. 6 commi 5 e 6). (…) Una politica superficiale e miope sta colpendo nel profondo il diritto dei cittadini alla cultura, l’accesso alla conoscenza e alla fruizione del nostro immenso patrimonio collettivo, che è alimento essenziale per il benessere e la crescita. Per questo il 12 novembre si chiuderanno le porte, ma per accendere i riflettori sulla cultura italiana e sul suo futuro a rischio”.

Data di revisione/modifica: 09-11-2010
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