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“Controvento”. Questo il titolo della mostra, curata da Sergio Vanni e realizzata grazie alla collaborazione tra l’Assessorato alla Cultura del Comune di Rosignano Marittimo e la Galleria l’Affiche di Milano, che verrà inaugurata martedì 27 luglio, alle ore 18, presso la Limonaia, nel parco del Castello Pasquini a Castiglioncello (in caso di maltempo l’inaugurazione si terrà invece nell’auditorium del Castello) alla presenza del Sindaco Alessandro Franchi, del curatore Sergio Vanni e degli autore Simone Bonetta e Matteo Giuntini.

 

Saranno le radici labroniche comuni, anche se uno, Matteo, vede dalla finestra del suo studio il mare dell’Ardenza e l’altro, Simone, i verdi prati di Brianza, a tessere il filo che lega il loro lavoro, e a dare ad entrambi, pur in forme diverse, lo stesso sguardo lieve sul mondo, il gusto dell’ironia, tanto raro oggi, in momenti in cui l’arte sembra addentrarsi volentieri nei sentieri del funebre.

Simone Bonetta trasporta la sua felice e sapiente mano di tatuatore professionista su carta e su tela, passando disinvoltamente dal bianco e nero al colore. In bianco e nero realizza il suo bestiario fantastico, veri e propri ritratti di animali corredati da oggetti comuni e banali, un paio di occhiali, un cappellino, che riconducono l’animale in questione, elefante o cane o gallina, ad una tipologia molto vicina all’umano. E dell’umano evidenziano i caratteri e le qualità, dalla pigrizia all’arguzia, dalla flemma alla saggezza, sulla scia di quegli artisti, pittori ma soprattutto poeti, che fin da tempi antichissimi usano gli animali, pensiamo al topo, alla rana, al bue, per raccontare vizi e difetti dell’umanità. Il colore Bonetta lo usa per un’altra serie di lavori, un universo pop di personaggi che arrivano dritti dritti dal mondo dei fumetti, dell’immaginario infantile, dei cartoons. In questi lavori, molti rivestiti di una lucente patina di resina a conferire loro la preziosità del reperto di una archeologia del contemporaneo, Simone riesce a produrre una felice sintesi di tanta cultura giovanile e delle sue fonti, televisione, fumetto, cinema d’animazione, graffiti urbani.

L’immaginario di Matteo Giuntini ripropone un mondo di figurine d’antan, eroi che arrivano dritti dritti dai fumetti anteguerra o ripropongono i protagonisti di un mondo circense e nostalgico. Sfilano sulle sue tele e sulle carte Mandrake, la donna cannone, l’uomo forzuto con i baffi a manubrio, l’illusionista. Un mondo magico e vagamente nostalgico, insomma, attraversato spesso da un lettering che va a ripescare caratteri di tradizione popolare, anche circense. La riflessione di Giuntini sembra soffermarsi prevalentemente sull’identità dell’eroe; eroi malinconici i suoi, eroi di carta, eroi che appartengono alla memoria di noi ragazzi. Sembra che l’unica possibilità di eroismo possa risiedere nella fantasia. Nella realtà l’eroe è spesso negativo e Giuntini non esita a demolirlo, talvolta addirittura fisicamente, come nel lavoro, complesso e articolato, tridimensionale, racchiuso in una scatola-valigia, dove un gioco di biglie azionate da una pistoletta a gommini, finisce per far cadere, come al luna park, la faccia di Hitler, per sostituirla con uno smile. Il sorriso, alla fine, vince.

La mostra rimarrà poi aperta fino al 26 settembre: dal 27 luglio al 5 settembre con orario 16.00 – 24.00 e dal 7 al 26 settembre con orario 9.00 – 19.00. Chiuso il lunedì (lunedì 16 agosto aperto). Per informazioni: 0586 759012 / 724496 – 395.

Data di revisione/modifica: 26-07-2010
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